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Recensione Hanno ucciso Moro

Hanno ucciso Moro

di Salvatore La Moglie


SCHEDA TECNICA TITOLO: "Hanno ucciso Moro! Racconto del martedì nero della Repubblica" AUTORE: Salvatore La Moglie EDITORE: Macabor Editore GENERE: Diario - Saggio PAGINE: 314 DESCRIZIONE Il presente volume non è altro che la prosecuzione, nella parte terminale, del precedente libro edito da Macabor nel 2018 "Hanno rapito Moro!". Dunque, siamo alla parte conclusiva del diario di Roberto, giovane estremista di sinistra che ascolta, legge e scrive per comprendere quello che sta succedendo di grave nel suo paese e, alla fine, giunge alla cronaca del martedì nero della Repubblica, ovvero di quel tragico 9 maggio del 1978. BIOGRAFIA Salvatore La Moglie è nato a Lauropoli (CS) nel 1958. Laureato in Lettere alla “Statale” di Milano, nel 1998 ha pubblicato, per la Pellegrini di Cosenza, il suo primo romanzo, La stanza di Pascal e, nel 2000, per la Rubbettino, Il cocchio alato del tempo. Testi poetici e racconti sono stati pubblicati in alcune antologie. Nel 2017 per la Aletti Austro 2017- Poeti del nuovo millennio a confronto, Il Paese della Poesia-Tre poeti a confronto e altri testi poetici nella Enciclopedia dei poeti italiani contemporanei, nonché la raccolta La parola che resiste e Profili letterari del Novecento per la saggistica. Altri testi poetici sono stati pubblicati nella Enciclopedia dei poeti italiani contemporanei (Aletti, 2017). Dello stesso anno è pure la pubblicazione di una silloge in Navigare 88, Pagine editrice, e della breve raccolta Il mare in un bicchiere, Vitale edizioni. Per il 2018 è prevista l'uscita di un docuromanzo sul “caso Moro”. Ha collaborato con i periodici La colpa di scrivere e Il Fiacre N.9 e, da alcuni anni, collabora attivamente con il mensile online La Palestra. Tra il 2015 e il 2017 ha ottenuto vari riconoscimenti e premi ed è risultato finalista e tra i primi classificati per la poesia, la fiaba, il racconto, il romanzo e il saggio: al “1° Premio Intern. S. Quasimodo” (2015); al Premio Intern. J. Kerouac (2016); al “2° Premio Intern. S. Quasimodo” (2016); al Premio Intern. Corona (2016); nel 2017, nei seguenti Premi: Premio il Giovane Holden; 8° Concorso "Club della poesia"; Premio Intern. “Terre di Liguria”; Premio “Umile F. Peluso”; Premio Letterario Cittanova; Premio Intern. M. Buonarroti; Premio Intern. “Terre Lontane”; Premio Mario Pannunzio; Premio Intern. Antico Borgo; “3° Premio Intern. S. Quasimodo”; Concorso per Aforismi "Perle Quotidiane 2018”; Premio Letterario EMOZIONI; Concorso per fiabe “L'Aviatore delle Fiabe”; Premio G. G. Belli; Premio Intern. R. Filo della Torre; Premio Intern. “Il SUBLIME”; Premio Intern. Il Paese della Poesia; Premio Residenze Gregoriane; Premio Memorial “Lisa Picozzi” e Premio Intern. “Trofeo Penna d'Autore”. RECENSIONE Oggi vi parlo della mia ultima lettura: "Hanno ucciso Moro! Racconto del martedì nero della Repubblica!" Si tratta di un diario che prosegue il racconto delle vicende già accennate nel primo volume riguardo il caso Moro. Il libro è scritto sotto forma di romanzo del giovane Roberto, un estremista di sinistra che vede le vicende del caso Moro e desidera raccontarle attraverso il suo diario.

Siamo ancora alla dolorosa e amara conclusione pasoliniana: io so, ma non ho le prove... o, almeno, non tutte.

La prima impressione che ho avuto riguardo questo testo è che non si tratta di un vero e proprio diario. Le impressioni o gli attimi della vita del giovane Roberto mi sembrano appena accennati. Vengono soprattutto riportati titoli delle prime pagine, riflessioni di celebri figure provenienti dai più svariati campi del sapere, articoli di giornale e molto altro. Le riflessioni personali di Roberto sono poco presenti, per questo mi sento di classificare questo testo come un "saggio": ho notato, infatti, che è soprattutto la raccolta di più punti di vista sulla vicenda.

Ciascuno porterà la propria responsabilità non solo e non tanto di fronte al Tribunale della Storia, ma soprattutto di fronte al Tribunale dell'Umanità e, per chi crede, anche di fronte al Tribunale di Dio.

L'argomento trattato non è certamente semplice. Si tratta, come viene anche ricordato nel titolo, di una delle pagine più nere e dolorose della storia italiana. La figura di Aldo Moro viene trattata con molto rispetto da Roberto, nonostante quest'ultimo non condividesse i pensieri dello statista pugliese. Questo rende il testo puro, oggettivo, in grado di essere letto e condiviso da chiunque, da qualsiasi colore politico.

Così facendo, due secoli dopo Beccaria, viene di fatto reintrodotta la pena di morte (abolita dopo la caduta del fascismo) e io mi trovo condannato a morte in pieno regime democratico.

Il testo mette in luce le emozioni di Aldo Moro, descritto come uomo prima di essere visto come un politico. Si parla chiaramente della sua autenticità durante la prigionia subita dallo statista a causa delle Brigate Rosse, nonostante in molti, anche dei suoi più cari amici, hanno ritenuto non autentiche le sue lettere. Aldo Moro, qui, è descritto come un uomo che, verso l'esterno della prigione, ha sempre cercato di chiedere un disperato aiuto per tornare a casa dalla sua adorata famiglia mentre, verso l'interno della prigione, ha cercato di farsi mediatore fra il buonsenso del vivere civile e la spietata freddezza delle BR. I suoi sentimenti sono descritti in modo vero, autentico, sincero.

Moro è un uomo che sente di avere ragione e, pertanto, è in rivolta contro il Potere che lo condanna a morte. Moro, abbandonato a se stesso e al suo inferno, si è ribellato con tutte le sue forza e lotta per evitare una fine violente e in disperata solitudine.

A distanza di 42 anni, si può vivere sulla propria pelle l'ansia per la prigionia di Moro attraverso queste pagine. Nonostante si conosca bene questa pagina di storia italiana, il lettore si chiede: "Moro tornerà vivo a casa?". E sono certa che, fino all'ultimo, spera che sia così. Viene purtroppo messo in luce il dubbio atroce sui mandati di questo orribile assassinio, sui probabili coinvolgimenti di importanti figure dello Stato che, probabilmente, resteranno per sempre un mistero. Viene presentato al lettore il punto di vista (quello che, credo, sia più veritiero) in cui le Brigate Rosse sono solo degli esecutori materiali, mandati da un sistema molto più in alto e corrotto di quanto si possa immaginare.

Non sappiamo tutto quello che ha detto e scritto dentro il carcere e se domani dovessero uscire dall'ombra rivelazioni sugli interrogatori, allora non si potrà fare a meno di tener conto della sua parola, del suo pensiero.

L'impostazione grafica del libro è molto complessa. Bisogna essere concentratissimi per leggere questo libro, che non è per nulla semplice. Sono rimasta delusa dal fatto che la divisione in capitoli è quasi del tutto assente e, proprio per questo, la lettura può risultare difficoltosa agli occhi di qualsiasi lettore. Inoltre, ribadisco il concetto che, secondo me, non si tratta di un vero e proprio diario, in quanto le caratteristiche date di un qualsiasi diario sono quasi assenti. Sono invece dominanti gli interessi articoli di giornale che riportano la vicenda da più punti di vista.

Dentro quella Renault rosso-amaranto, ieri, non c'era solo Moro: c'era un paese intero... c'era tutta la nazione italiana che, costretta a obbedire a chissà quale ordine, ha mandato a morte un uomo solo e inerme...

La copertina riportata in modo molto diretto la scena descritta attraverso questa citazione tratta dallo stesso testo. La ritengo molto semplice e, al tempo stesso, molto comunicativa riguardo agli argomenti trattati.

La politica è meglio capirla che farla... Così mi ha sempre detto mio padre... e oggi non posso che dargli ragione... Non ci resta che capirla anche se dentro di noi non ci rassegneremo mai e sogneremo sempre... magari in solitudine... un mondo diverso.

È molto importante comprendere la vicenda di Aldo Moro, per capire come sia profondamente cambiato il nostro Paese dopo questa vicenda. La sua morte ha sconvolto l'animo degli italiani, ma ha anche cambiato il volto della politica. Questo libro è un ottimo testo a cui affidarsi per comprendere meglio questa vicenda. La consiglio a chi ha voglia di approfondire questo argomento attraverso delle pagine tanto complesse quanto interessanti.

VOTO: ✓✓✓✓

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