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Salve lettori. Con grande entusiasmo e un po' di tristezza vi comunico che questa è l'ultima tappa del blog tuor dedicato al libro di Bertha M. Bower "Un incantevole estate in Montana" edito dalla casa editrice Liberty Bell. Un’incantevole estate in Montana - I personaggi Quando va a trascorrere l’estate presso il ranch del fratello in Montana, Miss Beatrice Lansell è finalmente libera di scorrazzare a cavallo per le praterie, lontana dalla routine e dalle convenzioni che la vita sociale di New York esige da una ragazza del suo ceto sociale. Una storia romantica, ma non solo “damigelle e cowboy”. Un fratello imprenditore, Dick, e Keith Cameron, il suo amico cowboy, Sir Redmond, uno spasimante inglese con tanto di titolo e reduce della guerra contro i boeri, un nipotino capriccioso, una madre arrivista... Ognuno a proprio modo finirà per complicare la vita della bella Beatrice, che per capire e assecondare i propri sogni dovrà faticare un bel po’. I personaggi di Un’incantevole estate in Montana sono caratterizzati in modo sapiente. B. M. Bower non cede allo stereotipo, ma anzi conferisce a ognuno di loro una personalità ricca e vera. Anche le descrizioni del loro aspetto fisico sono minuziose e articolate. Beatrice, in cima a un ripido, erboso pendio, era immersa nel con​ven​zio​na​le pas​sa​tem​po di con​tem​pla​re il panorama. Era pro​prio un bel panorama, ma non meritava di essere con​tem​pla​to più di quanto non lo meritasse la stessa Be​a​trice, con la sua fresca blusa bianca e la gonna marrone, i capelli castani che si gon​fia​va​no soffici nella brezza – che nel corso della gior​na​ta sa​reb​be diventata vento degno di tale nome – e con le guance rosa per via della scar​pi​na​ta fino in cima. Be​a​trice era alta, e snella, aveva forme morbide, ed era seducente, con le sue curve stuz​zi​can​ti, ap​po​si​ta​men​te realizza​te per tor​men​ta​re un uomo. Aveva i capelli castani e soffici, che ondulati salivano dalla nuca priva di quei corti riccioli di crescita rada e fine che a così tante donne deturpano il capo. E il netto contrasto tra il castano brillante e il bianco avorio era sem​pli​ce​men​te ir​re​si​sti​bi​le. Se il suo viso fosse stato meno at​tra​en​te, Keith si sa​reb​be ac​con​ten​ta​to di scrutare a lungo quella de​li​zio​sa at​tac​ca​tu​ra dei capelli. Dal mo​men​to che at​tra​en​te lo era, gli occhi di Keith vagarono fino alle so​prac​ci​glia di lei, anch’esse ben delineate, come se una matita nella mano di un artista per​spi​ca​ce ne avesse prima tracciato il contorno. E c’erano poi le ciglia, lunghe e scure, con le estre​mità curvate all’insù, le guance, con il colore che andava e veniva, e la bocca, con quel labbro supe​rio​re ben piegato nel mezzo – così piegato che ancora un po’ e avreb​be costitui​to un difetto – e con una strana fos​set​ta nell’angolo. For​tu​na​ta​men​te la fos​set​ta era sul lato rivolto a Keith, che per una volta la poteva os​ser​va​re bene. Perché la fos​set​ta c’era sempre, anche se quando lei parlava o rideva di​ven​ta​va più pro​fon​da e ma​li​zio​sa. Be​a​trice guardò. Dalla col​li​na giunse un uomo a ca​val​lo che galop​pan​do giù per il lungo pendio andò verso di loro. Teneva i gomiti sollevati, con​tra​ria​men​te ai precetti delle scuole di equi​ta​zio​ne, e le sue lunghe gambe erano racchiuse in qual​co​sa di marrone e sfran​gia​to su en​tram​bi i lati. Portava un cap​pel​lo grigio spiglia​ta​men​te in​cli​na​to, sol​le​va​to dietro e ab​bas​sa​to sul da​van​ti, e un fazzolet​to annodato largo in​tor​no alla gola. Anche a quella distan​za la colpì, era diverso da chiunque avesse visto prima.

Mentre il cowboy stava dunque aiutando Dick a riparare il bi​lan​ci​no con un pezzo di corda, Be​a​trice lo studiò curiosa. Era alto, per​sino più alto di Sir Red​mond, e più snello. Sir Red​mond aveva l’aspet​to solido e deciso del sol​da​to che aveva sop​por​ta​to la fatica di lunghe marce e com​bat​ti​men​ti disperati. Mr. Cam​er​on l’agile, in​con​sa​pe​vo​le grazia e i riflessi dell’uomo il cui lavoro richiede pron​tez​za di movimenti e ancor più di occhio e cervello. Aveva il viso abbron​za​to, di un bronzo chiaro che mostrava la sfu​ma​tu​ra sanguigna di sotto. Be​a​trice diede poi una rapida oc​chia​ta a Sir Red​mond, la cui carnagio​ne si era fatta più chiara per via dell’anno di lon​ta​nan​za dalla vita mi​li​ta​re.

Ma è soprattutto attraverso dialoghi vividi, fluidi e credibili che li scopriamo, pagina dopo pagina. Bene cuori letterari. Come ho annunciato all'inizio dell'articolo, questa è l'ultima tappa. La prossima volta che ci ritroveremo a parlare di "UN incantevole estate in Montana" lo faremo con una mia recensione.

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