Salve lettori, come promesso, torno a parlarvi di Bertha M. Bower è del suo romanzo "Un incantevole estate in Montana" edito Liberty Bell. Questa volta andremo alla scoperta del Montana.
Siete pronti per questo viaggio?
✒ Un’incantevole estate in Montana - L’ambientazione: il Montana Il Montana entra a far parte dell’Unione (come 41° Stato) l’8 novembre 1889, proprio l’anno in cui la famiglia dell’autrice (Bertha M. Bower) vi si stabilisce. Per tutto il 19° secolo la determinazione dei confini degli stati che man mano si formano è frutto di decisioni e delibere dall’iter estremamente complesso e delicato, e le battaglie politiche che li riguardano sono tra i fattori che portano nel 1861 allo scontro tra Nord e Sud. Nel caso del Montana – che acquisisce lo status di Territorio nel 1864, dunque circa un anno prima della fine della Guerra Civile – tali decisioni risentono soprattutto della conformazione geografica dell’area, e in particolare della presenza delle Montagne Rocciose, la catena che costituisce, insieme ad altre minori, il grande spartiacque del Continental Divide. Il confine occidentale del Montana fu infatti “creato quando l’originario Territorio dell’Idaho divenne impossibile da governare. Le Montagne Rocciose in questa zona sono così imponenti che a quei tempi d’inverno era praticamente impossibile spostarsi dal lato orientale a quello occidentale del Territorio e viceversa. [...] Un anno dopo aver creato il Territorio dell’Idaho, il Congress lo divise in due, Idaho e Montana” (Mark Stein, How the States Got Their Shapes, Harper Collins, 2009). Sul suolo del Montana, a nordovest, dove le cime delle “Rockies” sono più maestose, e in condivisione con il Canada, si trova il Glacier National Park. Parte dei confini meridionali sono invece come orlati dalle aree più estreme del parco di Yellowstone. Fatta eccezione, e con le dovute approssimazioni, per l’area a occidente delle Montagne Rocciose che apparteneva all’Oregon Country, la regione che sarebbe divenuta il Montana era entrata a far parte dei possedimenti federali con il Louisiana Purchase, il trattato con cui nel 1803 Thomas Jefferson si era assicurato gran parte dei territori a ovest del Mississippi. Per il Montana, come del resto per tutto il paese, si tratta di anni caratterizzati da un vero e proprio boom industriale, durante i quali le risorse minerarie si vanno ad aggiungere a quelle legate ad allevamento e agricoltura. Nonostante il nome richiami esclusivamente le sue vette, il Montana è infatti ricco di praterie, zone a pascolo e terreni agricoli, aree che per tutto il 19° secolo avevano attirato nuovi settler e dato vita a nuovi insediamenti. L’arrivo della ferrovia, con la Northern Pacific Railway, aveva dato ulteriore impulso alla crescita demografica della zona, al commercio e alle comunicazioni. Gruppi di cacciatori avevano intrattenuto con le popolazioni native proficui e perlopiù pacifici rapporti economici legati soprattutto al commercio di pellicce, ma con l’arrivo di un numero sempre maggiore di nuovi residenti (in particolare a partire dal 1849, l’anno della corsa all’oro in California) i territori del
West vedono anche l’inasprimento degli scontri con gli indiani. Proprio nel Territorio del Montana, nel 1877 il generale Custer viene nettamente e fatalmente sconfitto da un’alleanza di popolazioni native nella famosa battaglia di Little Bighorn. Insieme a fabbriche e miniere, tra fine Ottocento e inizio Novecento negli ampi spazi del Montana continuano a trovar posto pascoli e ranch, ma con il passare degli anni le grandi praterie su cui far pascolare il bestiame saranno sempre meno “a disposizione di tutti”. Con l’arrivo di nuovi capitali le terre verranno sempre più utilizzate in modo esclusivo e recintate, una pratica particolarmente invisa ai cowboy. Economie e stili di vita del Vecchio West risentono sempre più del progresso e dell’introduzione di nuove tecnologie, ma saranno soprattutto i “protagonisti di ieri” a essere immortalati da scrittori, poeti e artisti. Nel campo delle arti figurative, Charles Marion Russell è colui che forse più di tutti ha saputo cogliere l’anima del West e a celebrarne il lato più malinconico. Russell, che trascorre la maggior parte della vita dalle parti di Great Falls, è insieme alla sua famiglia una delle frequentazioni abituali di B. M. Bower. Sarà anche l’illustratore di Chip of The Flying U, il romanzo che renderà Bertha famosa. A conferma di un cambiamento in grado di influenzare l’intero tessuto sociale, sarà proprio il Montana a eleggere la prima donna al Congress. “Nel 1916, minatori, cowboy e casalinghe del Montana elessero una donna, Jeannette Rankin, come rappresentante al Congress degli Stati Uniti. Questo gesto senza precedenti sbalordì il paese, considerato che in molti stati le donne non potevano nemmeno votare”, fa giustamente notare Norma Smith nella sua biografia di Jeannette Rankin (Norma Smith, Jeannette Rankin, America’s Conscience, Montana Historical Society, 2002). Quasi a simboleggiare due diversi momenti di questo affascinante territorio – il progresso che avanza e l’aspetto idealizzato e romantico che si appresta a scomparire – nella National Statuary Hall Collection di Capitol Hill le due statue che rappresentano il Montana sono quelle di Jeannette Rankin e di Charles M. Russell.
✒ Una vivida descrizione del paesaggio tratta dal romanzo:
[Beatrice] si trovava in un punto da cui riusciva a vedere il fiume Missouri, un’ampia striscia blu circondata dal verde che si snodava per miglia attraverso le colline. La sponda più lontana si elevava dritta per duecento piedi. Era costituita da rocce dai colori brillanti, che il tempo e il logorio dovuto all’avvicendarsi dei fenomeni atmosferici avevano cesellato creando torri e guglie dalle forme fantasiose. Sopra e oltre la sponda, dove iniziava il verde, centinaia di puntini in movimento rivelavano dove le mandrie stavano placidamente pascolando. Lontano, verso sud, foschi cumuli di blu e di violetto dormivano ai raggi del sole: Dick le aveva detto che quelle erano le HighwoodMountains. E verso ovest una linea frastagliata di bianco-azzurro luccicava e stava in punta di piedi a toccare le nuvole... le toccava e le spingeva via con superbia: quelle erano le Montagne Rocciose. Dietro di lei c’erano le Bear Paw Mountains. Erano più vicine, così vicine da perdere il fascino delle misteriose ombre blu e diventare semplicemente una distesa di enormi colline ricoperte di pini, punteggiate qua e là di ranch in posti riparati, e con quadrati di fresca e verde vegetazione che annunciavano le colture dei campi. Dieci giorni, e l’ambiente urbano dell’est si era affievolito ed era divenuto fosco e vago come le Highwoods. Dieci giorni, e l’incantesimo del West le era entrato nel sangue e la teneva prigioniera.
Bene lettori, il viaggio termina qui ma io vi aspetto la settimana prossima, sempre di lunedì, per continuare a parlare di Bertha M. Bower è del suo capolavoro "Un incantevole estate in Montana". Il prossimo lunedì parleremo dei personaggi.
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