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Dayton,1995

Titolo Dayton, 1995 – La fine della guerra in Bosnia Erzegovina, l’inizio del nuovo caos Autori a cura di Luca Leone e Silvio Ziliotto Prefazione di Cristina Battocletti Editor Infinito Edizioni Genere Narrativa Pagine 189

Descrizione Gli Accordi di Dayton nel novembre del 1995 misero fine al conflitto in Bosnia Erzegovina dopo quattro anni di orrori, il più noto dei quali è il genocidio di Srebrenica. In questo libro collettivo – un lavoro imparziale nel quale parlano ventisei voci di altissimo spessore –, testimoni dell’epoca, diplomatici, giornalisti, scrittori, giuristi, religiosi, cooperanti ed esperti di Bosnia Erzegovina e di Balcani raccontano spaccati inediti dal loro osservatorio speciale durante le settimane che precedettero e seguirono il raggiungimento degli Accordi, partecipando al contempo al dibattito sull’efficacia, i limiti, gli errori di chi li negoziò, viste la situazione di stallo sociale ed economico e la gestione improvvida del potere da parte delle élite politiche attuali. Prefazione di Cristina Battocletti.

Biografia Luca Leone (1970), giornalista professionista, è laureato in scienze politiche. Ha scritto per molte testate. Ha firmato una ventina di libri per poi editori; tra questi, per Infinito Edizioni, ama ricordare: Srebrenica. I giorni della vergogna (2005); Bosnia Express (2010); I bastardi di Sarajevo (2014, II edizione 2020); Višegrad. L’odio, la morte, l’oblio (2017); Tre serbi, due musulmani, un lupo (2019); La pace fredda (2020); I dimenticati (2020). Facebook: Luca Leone. Instagram: occhio.critico Silvio Ziliotto (1971) è traduttore, interprete e insegnante della lingua serba, croata e bosniaca. Consulente e autore dei lemmi degli autori e dei profili delle letterature slovena, croata, serba, bosniaca, montenegrina, macedone e albanese della Garzantina della letteratura (2007), ha tra gli altri tradotto per Infinito Edizioni Diario da Sarajevo, di Dubravka Ustalić (2016), e pubblicato La sentinella del piccolo popolo (2019).

Recensione Quando ho iniziato a leggere Dayton,1995 immaginavo questo accordo di pace come una camicia di forza per il paese di Bosnia Erzegovina anche perché è così che viene descritto da più di un autore di questo libro. Immaginavo questo stato, la BiH, in un costante limbo senza via d’uscita perché di fatto il trattato ha avuto un unico scopo fondamentale, fermare la guerra delle armi ma non salvare il paese. Perché, a quanto scritto in questo libro, non ci sono vinti ne vincitori. Nessuno ha pagato per i crimini commessi nei quattro anni di guerra, assedio e genocidio ma nessuna ha cercato un vero e proprio colpevole.

Continuando la lettura mi sono accorta che, ad oggi, il paese è uscito da questo limbo ma si trova ancora nelle sabbie mobili e ha capito che muovendosi freneticamente non farà altro che andare sempre più giù e perciò la soluzione migliore è quella di fare piccoli e lenti passi verso l’uscita totale da una situazione sull’orlo dell’ingestibile, dell’impossibile. Ovviamente c’è bisogno che qualcuno dall’esterno, qualcuno che è al sicuro, che lanci una corda per aiutare questo paese a non sprofondare ancora.

“…questo Paese, come paradigma dell’Europa, morirà a causa della nostra comune inerzia e incapacità di fronte a questa sfida di fondo?”

È una domanda, una delle tante nelle quali ci si imbatte leggendo “Dayton,1995”, che suscita un senso di paura. Siamo nel XXI° secolo e un intero Paese rischia di scomparire completamente. I sforzi che è costretto a fare sono immani e quelli che pagano una pena più grande sono i cittadini. Ironicamente, mi viene da dire, come sempre.

“Vittime della pace di Dayton sono tutti gli abitanti del nostro Paese.”

Come si può essere vittima della pace. È un’affermazione che mi fa venire i brividi, che fatico a comprendere. Leggere le testimonianze racchiuse in questo libro però mi ha permesso di avere una visione più ampia della situazione. Non bisogna assolutamente pensare che dopo un quarto di secolo sia tutto dimenticato, anzi. Il trattato di Dayton che fu stipulato appunto nella città di Dayton, in Ohio, con a capo del negoziato Hobrook, ha avuto lo scopo di fermare il conflitto di fuoco cercando una giusta “spartizione” dei terreni. Ma non prevedeva assolutamente nessuna pena ne nessun risarcimento per i civili. I numeri di morti, fuggiti, violentati e espatriati sono assurdi. Solo negli ultimi anni le donne, dopo una lunga battaglia, sono riuscite a ricevere un risarcimento, un sussidio come vittime di guerra a causa degli stupri subito ma ciò non avviene ovunque ma solo in alcune parti del Paese.

Io che sono nata nel 1993 faccio fatica a spiegarvi per bene come funziona l’attuale Bosnia Erzegovina ma ciò che vi posso assicurare, che ho compreso leggendo “Dayton,1995” è che nel 2021 è inimmaginabile pensare che c’è un paese diviso in etnia. Un paese nel quale, se appartieni ad un entità allora hai dei diritti e se appartieni ad un’altra entità hai altri diritti ma se fai parte degli “altri” non ti spetta nulla. Come si fa considerare un gruppo di persone “altri” come se fossero insignificanti oggetti. Per non parlare delle istituzioni scolastiche.

“Non c’è Paese al mondo che non riconosca costituzionalmente e legalmente le persone che vogliono identificarsi come bosniache. E c’è un gran numero di persone nate da matrimoni misti che si oppongono ideologicamente alla struttura etno-politica della Bosnia Erzegovina.”

Bosnia Erzegovina è l’unico paese in cui le scuole hanno due regimi di insegnamento e ci sono moltissimi istituti che separano letteralmente i propri studenti con recinzioni o mura in base alla loro appartenenza.

“La più grande omissione negli Accordi di Dayton è rappresentata dall’organizzazione del sistema educativo. In Bosnia Erzegovina vigono ben dodici programmi educativi […]”

Il caos… La guerra durata quattro anni ha lasciato ferite, ancora oggi, aperte. Ci sono persone che hanno perso tutto figli, mariti, case…donne che venivano stuprate e che ad oggi non escono di casa per paura di incontrare il proprio aggressore che non ha mai pagato effettivamente per il suo crimine. Sarajevo era sotto assedio: niente luce, gas, acqua o cibo. Le persone sopravvivevano a stento, quelle che riuscivano a evitare le bombe, granate e i cecchini. Srebrenica ha visto in faccia l’inferno con il genocidio avvenuto pochi mesi prima della firma dell’accordo di Dayton. Ma come Sarajevo e Srebrenica e le loro vittime, ci sono tantissime altre città e persone che hanno subito e continuano a subire inerti. E non è paura o arrendevolezza ma pura e semplice necessità di pace, quella vera.

“Gli accordi di Dayton sono stati imposti alla Bosnia Erzegovina, ma non sono stati forniti gli strumenti adeguati per attuarli e implementarli con successo.”

Leggere “Dayton,1995” mi ha permesso di comprendere una situazione che ha avuto inizio solo un anno prima che nascessi (confesso che questa consapevolezza mi inquieta un po’ considerando anche il fatto che sono nata in Polonia e si può dire che ero a pochi passi da tutto ciò), questo mi fa comprendere che mentre in Bosnia Erzegovina le persone morivano senza un motivo nel resto del mondo la vita andava avanti come se niente fosse, ma con ciò non voglio fare sentire in colpa nessuno. Semplicemente, questo libro raccontato da persone che quella storia l’hanno vissuta e ora l’hanno scritta, nomi di grande impatto sociale e politico se pensiamo a Bill Clinton, Joe Biden (attuale presidente degli Stati Uniti) e ancora ambasciatori, consiglieri, giornalisti e tanti altri che hanno contribuito alla realizzazione di “Dayton,1995” oggi e hanno collaborato a fermare la guerra un quarto di secolo fa e altri ancora, sono stati citati per il loro ruolo importante. Testimonianze che straziano il cuore e fanno venire i brividi perché è netto il divario politico – sociale.

“I firmatari dell’accordo di pace erano coscienti di quello che sarebbe successo venticinque anni dopo o era questa la loro intenzione? Era loro intenzione ridurre uno degli Stati più belli della Repubblica socialista e federale di Jugoslavia sull’orlo della povertà e della miseria?”

Sono domande alle quali solo i firmatari posso rispondere. Ad oggi sappiamo solo che un accordo è stato firmato e le armi hanno smesso di spargere fuoco e fare vittime innocenti. Sappiamo che un paese è in ginocchio è sono poche le soluzioni che possono risollevarlo. A detta delle illustri persone che hanno dato il proprio contributo per “Dayton, 1995” le soluzioni sono: riscrivere l’accordo di Dayton oppure, fare entrare la Bosnia Erzegovina di diritto nell’Unione Europea ed è in quest’ultima direzione che il paese si sta rivolgendo. Conclusione Cos’altro potrei mai aggiungere. Stiamo parlando di una storia che di rado viene menzionata, che a scuola non viene studiata. Perciò, vi chiedo di leggere “Dayton, 1995” per avere un quadro completo di ciò che è accaduto soli venticinque anni fa. Questo libro mi ha permesso di comprendere senza mai impormi nulla, nessuno di colore che hanno contribuito alla sua stesura si è mai preso il lusso di imporre al lettore il proprio punto di vista o le proprie ragioni. All’interno troverete anche una poesia che mi ha stretto il cuore come mai nessuna poesia è riuscita a fare. Voto ✓✓✓✓✓ @libera_di_leggere

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