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Foglie d'America - Thomas Wolfe

  • Immagine del redattore: Libera di leggere
    Libera di leggere
  • 1 apr 2021
  • Tempo di lettura: 2 min

Titolo: Foglie d’America Autore: Thomas Wolfe Genere: Racconti scelti Editor: Corrimano edizioni Pagine 88

Biografia Thomas Clayton Wolfe è stato uno scrittore e poeta statunitense. È famoso soprattutto per i suoi romanzi, nei quali mescolando una scrittura originale, poetica, rapsodica e impressionista con elementi autobiografici descrisse la varietà e la diversità della cultura statunitense. Recensione Bene lettori, piccola e dovuta premessa, non sapevo assolutamente a cosa andavo in contro scegliendo “Foglie d’America” di Thomas Wolfe nonostante abbia letto la trama che mi ha semplicemente rapita. Non so bene spiegarvi cosa mi abbia colpito, probabilmente l’America stessa che come sappiamo affascina solo con il suo nome e con la sua grandezza, opulenza, magnificenza o la più “ignorante” mania di grandezza. Il libro “Foglie d’America” racchiude alcuni, nove per essere proprio pignoli, racconti brevi che hanno lo scopo di raccontare l’America. Questi racconti hanno una forma quasi filosofica e permettono al lettore di dare una sbirciatina dietro le quinte di questo continente. Sono racconti che racchiudono storie completamente differenti tra di loro e sono tutte storie di persone differenti a 360° ciò che li accomuna però è proprio l’America perché nel loro carattere possiamo distinguere le caratteristiche del paese: la libertà e la solitudine. Sono due aspetti molto forti che caratterizzano i protagonisti del libro e descrivono anche il paese. Poi c’è anche la paura, paura di perdere, perdersi e di perdere se stessi nell’immensità di uno stato immenso. Il racconto che mi ha colpito maggiormente è la prima che racconta di un attore che non riconosce più se stesso guardandosi allo specchio. Il libro offre molti spunti di riflessione ma vi assicuro che l’autore non ha uno stile semplice, anzi. Sono racconti scelti e inediti di Thomas Wolfe che da soli non permettono di comprendere al cento per cento lo stile dell’autore. Il linguaggio è complesso e lo stile mi ha ricordato molto quello di Gabriel García Márquez, l’autore di “cent’anni di solitudine” per intenderci, che ha una forma di scrittura filosofica, introspettiva, caratterizzato da articolate strutture narrative, con inserimenti romantici e a tratti biografici. Spesso ho avuto l’impressione che l’autore parlasse con me a tu per tu in una conversazione amichevole e privata. Conclusione Un ottima lettura per chi ha voglia di affrontare un libro impegnativo e che lo porti ad affrontare riflessioni profonde. Voto ✓✓✓,5 @libera_di_leggere

 
 
 

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