Gli ansiosi si addormentano contando le apocalissi zombie
di Alec Bogdanovic
TITOLO: "Gli ansiosi si addormentano contando le apocalissi zombie"
AUTORE: Alec Bogdanovic
EDITORE: Rogas
GENERE: Biografico (?)
PAGINE: 124
DESCRIZIONE
La depressione è il male della nostra epoca. È la malattia più diffusa al mondo ed è la più temuta dopo il cancro. Il nostro anti-eroe ci si imbatte nell'adolescenza e cerca di liberarsene con la disciplina e il metodo di un ricercatore, peccato che la cavia da laboratorio sia lui stesso. Finirà così per autocondannarsi a un'interminabile escalation di sfortune e miserie umane: queste daranno corpo a un romanzo di formazione in cui tragedia e commedia si intersecano e fondono fino a diventare del tutto indistinguibili.
RECENSIONE
Oggi vi parlo di "Gli ansiosi si addormentano contando le apocalissi zombie" di Alec Bogdanovic.
Il protagonista di questo libro inizia a sentirsi depresso già dall'adolescenza e trascorre tutta la sua vita a soffrirne, cercando sempre dei metodi nuovi per uscirne fuori. Si imbatte anche nel metodo di un ricercatore che, con la "scusa" di aiutarlo, testa proprio su di lui i suoi metodi, spesso discutibili. Tra il tragico e il comico, il protagonista racconta svariati episodi della sua vita basata sull'ansia e la depressione.
"Ormai eravamo dipendenti l'uno dall'altra, il prossimo passo era diventare una coppia e lei cominciava a farmelo capire in tutti i modi".
Il protagonista di questo romanzo potrebbe essere chiunque. Credo proprio che rappresenti il prototipo umano dei nostri tempi: un uomo con l'ansia perenne di non essere abbastanza, di non fare abbastanza e di cercare in tutti i modi di uscire da questo prototipo, spesso anche fidandosi di metodi e pensieri assurdi.
"Adesso stava con uno un po' più grande, ogni tanto vedevo le storie su Instagram delle loro vacanze a Cortina o a Ibiza. Però penso pagassero alla romana, in fondo lei era ricca".
Leggendo la trama, credevo di trovare un romanzo serio, cupo, che avrebbe lasciato una sensazione d'ansia anche a me. Sono contenta di aver sbagliato. Con questo romanzo sono riuscita certamente a riflettere su questo tema difficile, ma mi sono anche divertita, perchè è un romanzo molto leggero, fresco e soprattutto autoironico.
"Qui interrompo il racconto poichè Alec sono io, e mi piace pensare di essere fuori da questi clichè anche se ci sono dentro con tutte le scarpe".
Tutti i ragionamenti affrontati sono giusti ed intelligenti ma sono piacevolmente coloriti dall'ironia, che rendono la lettura fluida e leggera. Ogni episodio è presentato in modo del tutto personale (nei confronti del protagonista che, appunto, racconta la sua storia) ma è sempre un prototipo di scene che possono accadere a chiunque ai nostri giorni, nel nostro mondo in cui l'ansia e la depressione sono emozioni sempre più frequenti e diffuse.
"Era di certo diventata una persona diversa, però da qualche parte doveva esserci ancora quella ragazzina di cui ero innamorato".
Assaporando ogni pagina, ho avuto l'impressione di essere seduta insieme ad un amico al tavolo di un bar e di sentire raccontare la sua storia dalle sue parole, così, in modo molto accomodante e familiare.
"Per un ansiosi il mese di convalescenza è il più difficile: l'operazione in confronto è una passeggiata".
Per il linguaggio colorito ed alcuni temi affrontati, consiglio la lettura ad un pubblico di almeno 16 anni. Si tratta di una lettura adatta ad ogni adulto che abbia voglia di scherzare su questo personaggio e, un po', anche su se stesso. Voto: ✓✓✓✓
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