Io sono un famiglia
Il gabbiano di Liz Chester Brown
TITOLO: "Io sono una famiglia - Il gabbiano"
AUTORE: Liz Chester Brown
EDITORE: Libro autopubblicato
GENERE: Diario - Memorie - Biografico
PAGINE: 240
DESCRIZIONE
Sullo sfondo di una Liguria arroccata tra cielo e mare, le vicende di Arianna, dall'infanzia all'età matura, raccontate con sereno distacco e un pizzico di ironia. Un dramma familiare moderno che, con la leggerezza di un battito d'ali, non volge mai in tragedia grazie all'incrollabile forza dell'amore. La protagonista, nata e cresciuta senza l'amore materno, riuscirà infatti a uscire dal suo labirinto tirando fuori tutta l'energia positiva e costruttiva trasmessale dal padre e tenuta soffocata dalla malattia della madre. Un racconto che rimanda, per analogie di contenuto e di impalcatura narrativa, al "Notturno" op. 48 n. 1 di Fryderyk Chopin.
BIOGRAFIA
Classe 1960, Francesca Sivori è una musicista.
Per molti anni si è dedicata all'organizzazione e alla direzione artistica di eventi legati alla musica classica, a Genova e a Milano. Oggi lavora per l'orchestra AllegroModerato di Milano: è pianista conduttore nei laboratori di musica da camera e ha fondato un'orchestra AM in Madagascar, a Diego Suarez.
"Io sono una famiglia - Il gabbiano" è il suo primo libro; lo ha autopubblicato e lo sta distribuendo nelle librerie indipendenti di tutta Italia.
Premi letterari:
- Menzione speciale al Premio Naz. di Poesia e Narrativa "Alda Merini 2020"
- Finalista al Premio Letterario Nazionale "Bukowski 2020"
- 3° classificato al Premio Nazionale "Giovanni Bovio di Trani 2020"
- Menzione al merito al Premio Letterario Int. "Città di Sarzana 2020"
- Finalista al Concorso letterario "Mario Soldati 2020"
RECENSIONE
Oggi vi parlo della mia ultima lettura: "Io sono una famiglia - Il gabbiano" di Liz Chester Brown.
"Io fui l'unico figlio che lei non allattò: lei non mi voleva, non mi ha mai voluta! Avrei potuto regalarle tutto: l'Everest, il sole, la luna. Nulla le interessava se le veniva offerto da me. Mia madre avrebbe voluto l'unica cosa che non ero in grado di darle: il non essere nata!"
Nella Liguria di metà secolo scorso, precisamente a Bogliasco, vive una famiglia come tante: la famiglia Marsano. Vengono narrate le vicende di questa famiglia, che potrebbero essere quelle di ogni famiglia ligure, italiana o di qualsiasi altra parte del mondo.
"Da vittima si stava trasformando in carnefice: di lui e dei suoi figli. Non c'era pace, in quella famiglia, non c'era amore".
Francesco Marsano ed Ada decidono di sposarsi. Sono giovani e desiderosi di costruire una famiglia come tutti i giovani di metà secolo scorso. Ma forse accade tutto troppo velocemente. I due forse non si conoscono abbastanza, non conoscono l'uno i sogni, i desideri e le ambizioni dell'altra. Dopo il matrimonio, infatti, inizia una famiglia nuova che si immerge sempre più nell'inferno.
"All'apice del turbinio, dello scatenarsi dentro e attorno a lei di tutte quelle molteplici sensazioni, nel momento culminante del sovrapporsi di sapori, odori, colori e visioni, percepì tutto l'universo entrare dentro di lei e lei entrare dentro di esso. Si attraversarono e si compenetrarono come due saette veloci finchè si ritrovò al centro, e comprese chiaramente che da lì partiva il Tutto. (...) Aveva raggiunto la gioia completa. Aveva riacquistato la libertà. Ora poteva volare, proprio come quel gabbiano".
Tutto ciò che non si dicono nel periodo in cui sono fidanzati, finisce per diventare il loro tormento durante tutta la loro vita matrimoniale. Ada, in particolare, crede di riuscire a convincere Francesco ad abbracciare la fede cattolica e vuole a tutti i costi avere dei figli maschi, a cui tramandare il cognome Marsano e tutti gli averi della coppia. Ma quando nasce a prima figlia, Ginevra...
"Decise di tenere il segreto per sè: aveva trovato un rifugio, tutto per lei, proprio come Arianna e i suoi sogni..."
Quando nasce Ginevra, la donna è talmente insoddisfatta da negarle il naturale amore materno. Francesco diventa bersaglio della sua frustrazione e le cose peggioranno sempre di più. Questo perchè Ada è vissuta in una famiglia in cui non c'era amore, ma solo regole e doveri. Francesco, invece, sa solo amare, perchè nella sua famiglia c'era amore, tantissimo amore. Ecco perchè "Io sono una famiglia": perchè il romanzo si basa sul fatto che ciascuno diventa ciò che vive quotidianamente nella propria famiglia.
"Amare le persone che ti stanno accanto e condividere con loro quella magica sensazione di armonia che dall'universo, grazie ai suoi equilibri perfetti, arriva fino al microcosmo dell'essere umano e ti fa star bene. Ti fa sentire bene. Ti fa sentire felice. Ti fa sentire di essere amato!"
Quando nasce la seconda figlia e narratrice di questa storia, Arianna, le cose vanno peggio: il disagio e lo sconforto per non aver ancora una volta avuto un maschio si acuiscono e Ada sfoga su di lei tutto questo male, facendola crescere senza amore. Francesco è un uomo buono, che ama le sue figlie e, quando arriva il terzo figlio, Emanuele, crede di aver risolto tutti i suoi problemi, ama anche lui allo stesso modo, ma le bambine crescono ugualmente senza l'amore materno, rifugiandosi solo sotto l'ala protettiva del padre. La famiglia continua ad esistere in questo modo e le assurdità proseguono negli anni.
"Mai una volta lo aveva interrotto cercando di dare 'sfoggio' della sua ignoranza: mai aveva tentato di 'arrampicarsi' sugli specchi' e celare la sua mancanza di cultura: durante tutto l'incontro Arianna aveva messo a nudo se stessa e tutta la sua inesperienza e i suoi limiti. Senza nasconderli, senza mascherarli, in alcun modo. Al contrario, comportandosi con un candore e fanciullezza meravigliosi"
Ci sarebbe davvero tanto da raccontare nella trama, ma non voglio svelare troppo per non rovinare la lettura.
Con questo libro ho affrontato un lungo viaggio nel tempo, vivendo le vicende di questa famiglia e mi ci sono immersa completamente.
L'ambientazione, nel senso stretto del termine, non viene descritta a fondo, ma questo non è importante, perchè la vera ambientazione è questa famiglia, una famiglia presa a caso come esempio di tante realtà simili che certamente esistono.
"La madre è la compagna della vita, nel senso pieno della parola: ti accoglie per nove mesi nel suo ventre, cresci e ti formi dentro di lei. Sono sue le prime vibrazioni che senti, le prime sensazioni che percepisci: il suo respiro, il suo cuore che batte, i movimenti delle sue viscere"
Il rapporto tra Francesco e Arianna, tra un padre e una famiglia, tra un gabbiano che trasmette al suo cucciolo la sua voglia di volare libero, è dolcissimo. Questo rapporto rappresenta la speranza di poter trovare l'amore anche dove sembra che non esista. Questo rapporto non è quasi mai descritto apertamente, ma si intuisce dai pensieri e dai gesti e lascia al lettore una speranza davvero grande.
"Assaporava quei momenti e li imprimeva nella mente, nel suo cuore, nel suo animo. Cercava di abbeverarsi più che poteva di questa 'dolce atmosfera', e come un nettare lo succhiava avidamente e avrebbe voluto non finisse mai".
Possiamo dire che Ada sia l'antagonista di tutta la vicenda. In realtà, è solo il frutto di quello che ha vissuto: lei rappresenta ciò che è stato la sua famiglia prima di lei. Arianna però vuole cercare di spezzare questa catena: se Ada non può trasmettere amore perchè non ne ha ricevuto, lei vuole trasmettere un amore grande ai suoi figli, prendendo dalla famiglia Marsano gli insegnamenti positivi, cioè quelli di suo padre.
"Scoprii che anche una 'madre' può offrire un gesto del genere a una 'figlia' e mi aiutò a comprendere il vero significato della parola umiltà"
Il racconto inizia dalla fine, cioè da quando Arianna è ormai adulta, per poi tornare alle origini della famiglia Marsano, per poter far comprendere al lettore come mai Arianna sia diventata la donna che è oggi. Ogni pagina è presentata in un modo così semplice, familiare e coinvolgente, da permettere al lettore di accomodarsi nella lettura e farla propria, fino a portare un ricordo speciale di questo romanzo nel proprio cuore.
"(...) scelse Arianna, come il personaggio mitologico, la donna che riuscì, grazie allo stratagemma del gomitolo da srotolare, a far uscire Teseo dal labirinto, dopo che questi aveva ucciso il Minotauro. 'Ma non sarai tu a dare il gomitolo a Teseo', le sussurrò, 'sarò io che te lo darò: perchè tu possa un domani lasciare questo labirinto nel quale ti trovi, fin da ora, a dover vivere, piccolo tesoro mio'"
Lo consiglio proprio a tutti, perchè fa riflettere, perchè è un libro vero, perchè trasmette odio ma promuove l'amore e la libertà, il desiderio di volare liberi come una gabbiano.
Voto ✓✓✓✓✓
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