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L'india si è presa cura di me

L’india si è presa cura di me di Debora Casalini


Titolo L’india si è presa cura di me Autore Debora Casalini Editor BookaBook Genere Narrativa Pagine 260 Trama Nel 2016 Debhora ha 26 anni e ha già raggiunto tutti gli obiettivi personali e professionali che si era posta. Ma rimane la sensazione che qualcosa non vada, come se tutto quello che ha fatto finora dipendesse dalle aspettative degli altri e non dalla sua volontà. Decide quindi di partire per l’India alla scoperta di se stessa. Per cinque mesi ha modo non solo di vivere tutte le difficoltà che un viaggio del genere comporta, ma anche la vita quotidiana del Paese in cui si trova. Attraverso le sue esperienze, riportate in questo diario, Debhora ha modo di riflettere sulla sua vita e capire finalmente i suoi errori. Biografia Debhora Casalloni è nata a Verzuolo il 10 dicembre del 1989. Consegue il diploma da tecnico dei servizi sociali e nel frattempo fa volontariato presso la Croce Rossa e collabora con Genio in 21 Giorni. Inizia poi in percorso di formazione in Pranoterapia che porta a termine nel 2015. Recensione

Ho uno zaino e un marsupio. Ho prenotato un hotel per tre giorni a Nuova Delhi, dove atterrerò, poi non so altro. Gusterò ogni suono, colore, sapore e so che sarà un viaggio tanto fuori, quanto dentro di me. Non conoscerò solo una terra lontana, ma conoscerò meglio anche me stessa. Appena ho scelto di viaggiar, l’India mi ha chiamata come una calamita, con un magnetismo che non potevo ignorare.

È con questa premessa che inizia l’avventura di Debhora. La ragazza ha coraggio da vendere ad affrontare un percorso, perché è di questo che si tratta e non di un semplice viaggio, così tortuoso che spesso la fa stare anche male. Nel racconto, sotto forma di diario, si alternano momenti di sconforto e di gioia, nostalgia e la voglia di rimanere per sempre in India. “ L'India si è presa cura di me” è quasi uno sfogo per la ragazza, nel quale, noi lettori, ritroviamo tutto ciò che ha vissuto e, a volte, ha dovuto sopportare. Ammiro molto la forza di Debhora non solo per essere partita ma soprattutto per essere stata capace di mettere se stessa al primo posto. Per la sua fede e per il suo istinto naturale di cercare il bene negli altri e in se stessa. Alcune situazioni non sono semplici da affrontare soprattutto se non si è abituati ma, non sono impossibili. Gli ostacoli nella nostra vita sono tanti e Debhora, con il suo libro, ci fa capire che si possono superare e che possiamo essere persone migliori di quelle che siamo. Tutti pensiamo di essere perfetti ma tutti possiamo essere migliori. Quindi, dal punto di vista dell’avventura e del percorso in se di Debhora Casalloni non posso che farle i miei complimenti ma se valuto solo il libro allora ho delle piccole pecche da esporre. La premessa che vi ho anche riportato sopra, prometteva un viaggio alla scoperta dell’India, oltre al viaggio personale e interiore della ragazza, purtroppo io non ho percepito i profumi, suoni e colori tipici di questo paese. Io, in India, attraverso questo libro, non ci sono mai arrivata. Credo anche che la forma del libro fosse troppo personale ed è per questo che non sono riuscita a fare quel passo in più per avvicinarmi. Perché era come se invadessi la privacy della protagonista. Il libro in se, così com’è scritto, non mi ha coinvolta, accolta. Entrare in empatia con Debhora non era difficile ma ogni qual volta venivo assalita dall’angoscia perché ci sono molti momenti in cui sta male e, di conseguenza, stavo male anch’io. È vero anche che ci sono momenti di gioia ma sono brevi, troppo brevi. Com’è anche breve il racconto dei paesaggi, molto limitato. Lo stile è molto pratico e per un diario personale va anche bene ma credo che, quando si ha voglia di coinvolgere altri, fargli leggere la propria esperienza, bisogna lasciarsi andare ed esprimere liberamente le proprie emozioni e i sentimenti. Bisogna creare uno spiraglio, uno spazio dal quale il lettore può entrare. C’èlo un punto, quasi alla fine, nel quale ho sentito un pizzico di quella magia Indiana, di quel coinvolgimento emotivo che durante tutta la lettura mi mancava. Il momento in cui Debhora racconta di un rito che purtroppo non poteva fare perché non era sposata. Tra le pagine di questo libro/diario, si nascondono delle bellissime fotografie scattate da Debhora, una scelta originale che ho veramente apprezzato. Conclusione Ancora una volta mi complimento con Debhora Casalloni per il coraggio e la fede che ha dimostrato. Per avere deciso di raccontare il suo percorso. Il libro merita di essere letto proprio per la sua storia anche se io avrei gradito che lo stile fosse più dettato dalle emozioni e meno pragmatico. Voto: √√√ @libera_di_leggere

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