Titolo Nel nome del giglio
Autore Lavinia Fonzi
Genere Romanzo
Editor BookRoad
Pagine 197
Trama
1798. A Firenze un gruppo di giacobini tenta di rovesciare il Granduca di Toscana. Tra loro c’è Bianca, poetessa ingenua che sogna di trovare l’amore della sua vita.
Sedotta e abbandonata dall’affascinante Federico, si imbarca in una pericolosa missione alla volta di Parigi. Durante il viaggio incontra nuovamente il giovane, con cui sarà costretta a collaborare.
Le vicende raccontate, oltre a riavvicinare i ragazzi, porteranno all’atto finale: una congiura che mira dritta al centro del potere, Palazzo Pitti.
Biografia
Lavinia Fonzi è nata a Roma nel 1995. È cresciuta a Milano, dove ha frequentato il liceo classico. Scrive da quando è piccola: ha iniziato con storie e fumetti, poi è passata ai romanzi veri e propri. Appassionata di arte e storia, ama condividere i suoi interessi con il maggior numero di persone. Durante il servizio civile ha avuto modo di portare avanti le sue passioni, realizzando conferenze sulla storia di Milano. Nel nome del giglio (2020) è il suo romanzo d’esordio con BookRoad.
Recensione
Firenze ha un fascino sublime che mi ha stregata. Leggere romanzi ambientati in questa capitale dell’arte è sempre un immenso piacere, soprattutto se ben fatti come in questo caso.
La trama si snoda principalmente tra Firenze e Parigi alla fine del XVIIIs. Bianca Donati è una giovane donna innamorata della bellezza della propria città, dell’arte e della poesia. È una sognatrice che divide il suo tempo tra passeggiate per i vicoli di Firenze, componimento delle poesie e giacobini. Sì Bianca, una donna, giovanissima è stata introdotta dal padre nel mondo della politica e la sua curiosità la portata a volere sapere sempre di più fino a sviluppare l’ideale di una Firenze libera dagli Asburgo-Lorena.
Durante una delle sue passeggiate, mentre ammirava il Davide, incontra Federico, giovane ricco e adulatore. Tra i due nasce subito una sintonia che sembrerebbe indissolubile. Federico aprezza molto il talento di Bianca e ne sembra affascinato mentre Bianca rimane ammaliata dalla gentilezza del giovane finché, quest’ultimo non svanisce nel nulla o quasi.
Bianca rimane molto delusa quando scopre che Federico l’ha abbandonata senza motivo e non è per niente bene disposta a perdonarlo anche quando si ritrova a dovere collaborare con lui per la buona riuscita della sua missione a Parigi.
Scusate, mi sono dilungata un’altra volta sulla trama. Ma non posso dire altro, sapete…i spoiler.
I due protagonisti sono molto carini. Bianca non è solo una giovane, ingenua sognatrice. È, soprattutto, una donna con dei forti ideali. All’epoca, una donna che si interessava alla politica era già di per sé rivoluzionaria figuriamoci quando si esponeva in prima persona.
Federico invece è un Don Giovanni, un libertino un po’ Dandy. Ma è un perfetto ambasciatore del detto “non si giudica un libro dalla copertina”. In fatti, Federico ha un passato che bisogna conoscere.
Oltre ai due protagonisti ci sono altri personaggi di fantasia e reali, tra cui Giuseppina Bonaparte. Ho ammirato molto la capacità dell’autrice di intrecciare le vite dei personaggi che lei ha inventato con quelli veramente esistiti all’epoca.
Ammirevoli sono anche le capacità narrative dei fatti storici e politici nei quali incastra perfettamente eventi di pura invenzione. Per quanto riguarda l’ambientazione c’è anche da aggiungere che Lavinia ha fatto un lavoro magistrale nella descrizione delle due città, Firenze e Parigi. Ovviamente non vi ritroverete catapultati nella Firenze o Parigi che conosciamo oggi ma bensì in quelle che erano le città all’epoca. Un esperienza molto suggestiva ed emozionante.
È bello anche che l’autrice non si sia limitata solo a raccontare una storia d’amore intrecciata alla storia vera fatta di società, politica, arte e cultura ma è riuscita anche a trasmettere dei messaggi importanti. Con Federico l’autrice ci fa comprendere che, indipendentemente dal nostro passato, noi possiamo essere persone migliori con valori forti. Mentre grazie a Bianca possiamo comprendere che le persone non vanno giudicate solo in base alle loro azioni, che bisogna cercare sempre di comprendere il prossimo e il perché di determinati comportamenti. Bianca ci fa capire che quando si ha un ideale, quando si crede veramente in qualcosa di così importante bisogna lottare e non smetterà mai di sperare.
Lo stile di Lavinia Fonzi mi è piaciuto perché è molto semplice senza però mancare di eleganza. Quindi il linguaggio è in linea con il periodo in cui è ambientato il romanzo ma non è appesantito da parole superflue che altrimenti renderebbero la lettura pesante.
Conclusione
Vi consiglio sinceramente la lettura del romanzo “nel nome del giglio” di Lavinia Fonzi perché si tratta di una storia romantica (no honey) incastrata in un periodo storico interessante dal punto di vista sociale e politico e ricca di insegnamenti e valori.
Voto ✓✓✓✓,5
@libera_di_leggere
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