Chiedo asilo poetico
Di Arsen Mirzaev
Libera_di_leggere
29 Giugno 2020
Introduzione
Titolo: Chido asilo poetico
Autore: Arsen Mirzaev
Editore: Macabro Editore
Genere: Poesia
Pagine: 143
Link d'acquisto http://www.macaboreditore.it/home/index.php/autori/241-mirzaev-arsen
Descrizione
“Quasi tutti le poesie di Mirzaev sono organicamente iscritti nella vita letteraria della Pietroburgo contemporanea, coi suoi innumerevoli saloni letterari e altre amenità poetiche. I suoi versi sono ironici, brevi, spesso costruiti sul gioco con la parola, col suono e non assomigliano ai versi di nessun altro. La traduzione dal russo è di Paolo Galvagni.”
Biografia d'autore
Arsen Mirzaev è nato nel 1960 a Leningrado-Pietroburgo, dove vive tuttora. Poeta, critico e studioso di letteratura. Ha collaborato con varie case editrici. Si è occupato dell'opera di Velemir Chlebnikov e di altri autori dell'avanguardia russa. Suoi versi sono apparsi sulle riviste “Novoe literaturnoe obo-zrenie”, “Arion”, “Soty”, “Zvezda vostoka”, “Collegium”, “Mnogotočie”, “Černovik”, “Kreščatik”. Dal 1989 al 1995 ha preso parte alla redazione della rivista samizdat “Sumerki”. Tra le raccolte poetiche: Drugoe dychanie [Un altro respiro] (1994), Pomimo pročego [Oltre al resto] (1996), Stichi i pesni Antona Kompotova [I versi e i canti di Anton Kompotov] (2000), Muzyka razgovora vljublënnych gluchonemych [La musica della conversazione di innamorati sordomuti] (2001), Derevo vremeni [L’albero del tempo] (2008), Zizn' v ¾ [Vita a 3/4] (2015). Ha partecipato a numerosi festival poetici in varie città russe. È tra i redattori delle riviste “Deti Ra”, “Futurum Art” e “Zinziver”. È stato tra i curatori di Sobranie sočinenij [Raccolta delle opere], antologia della poesia pietroburghese in cinque volumi, usciti tra il 2010 e il 2014. Dal 2005 organizza le “Serate viennesi”, nella “Vecchia Vienna”, erede del celebre ristorante letterario pietroburghese “Vienna” (attivo dal 1903 al 1917). Suoi versi sono apparsi in traduzione italiana nelle riviste “Poesia”, “L'Immaginazione”, “Fermenti”.
Ringrazio la casa editrice Macabro Editore per avermi permesso di leggere e questa raccolta di poesie.
RECENSIONE
Siamo abituati ad associare immagini per raffigurare e cercare di dare una forma a delle scene che leggiamo nei libri. Ma quando parliamo di poesia tutto questo viene meno perché?
Perché la poesia non la puoi immaginare o spiegare. La poesia la puoi percepire ma la percezione è un qualcosa di estremamente individuale. Le poesie puoi viverle, sentirle, farle tue ma non puoi darli una forma.
In particolare, le poesie di Arsen Mirzaev, sono ancora più astratte. All'apparenza possono dare l'impressione di non avere un senso. Ma il punto sta proprio qui. Il senso dobbiamo darlo noi alle poesie.
Questa poesia è una di quelle che mi sono entrate sotto la pelle. C'è qualcosa di così profondo in essa. Ho passato giorni a leggerla e rileggerla per darle un senso e una mia interpretazione personale. È il significato che ho dato io a questi pochi versi è che viviamo in un mondo di falsi idealismi, di logiche illogiche e convinzioni poco convinete. Ma per sradicare tutto questo da noi stessi dobbiamo, come dice Arsen Mirzaev, uccidere noi stessi in noi. Dobbiamo quindi levarci di dosso tutta la finzione. Ecco, come vedete, non è per niente semplice L'interpretazione della poesia ma non è impossibile.
Conclusione
Ho apprezzato molto la lettura di queste poesie. Non conoscevo l'autore e dunque, non sapevo cosa aspettarmi ma sono rimasta colpita.
Comments