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Recensione "I luoghi della Londra vittoriana" di Caterina Maccagnani

Aggiornamento: 29 apr 2020

Titolo: I luoghi della Londra vittoriana Autore: Caterina Maccagnani Genere: Saggio Editore: toutcourt Pagine: 147 Illustrazione: Lorenzo Zangheri Link d'acquisto Trama: Lasciatevi trasportare nella Londra del 1800 tra investigatori privati immaginari e assassini seriali reali. Immergetevi nelle fitte nebbie dell'East End insieme a Oliver Twist e a Mr. Hyde. Assistente a uno dei popolari freak show e se potete, fatevi fare un ritratto, ma che a dipingerlo sia Basil Hallward se volete essere giovani per sempre, come Dorian Gray. Biografia: Caterina Maccagnani nasce a Modena e vive a Reggio Emilia. Si laurea in letteratura inglese all'Università di Parma, dopodiché prosegue gli studi dedicandosi all'apprendimento del cinese e dello spagnolo. Da sempre appassionata di letteratura e di viaggi, la sua meta preferita è senza dubbio Londra. Questa è la sua prima pubblicazione.

"«Eliminato l'impossibile, ciò che resta, per improbabile che sia, deve essere la verità» Sir Arthur Conan Doyle “Uno studio in rosso” "

Recensione: I Luoghi della Londra vittoriana di Caterina Maccagnani è un romanzo che sorprende. Confesso fin da subito che mi sono imbattuta in un romanzo del tutto inaspettato dal punto di vista della prosa. Si tratta nello specifico di un romanzo storico che rientra nella narrativa o nel genere descrittivo. Sinceramente ho ancora adesso difficoltà nel collocarlo in un genere specifico dato che non mi è mai capitato di leggere nulla di simile. Il libro non contiene dialoghi perciò si ha questa piacevole sensazione di stare ad ascoltare un oratore appassionato e competente nel campo della letteratura e della storia, soprattutto quella londinese del 1800.

"[...] l'ambiguità, la capacità camaleontica di questa città pronta ad adattarsi alla peculiarità dei personaggi proponendosi come corrispettivo spaziale di volta in volta organico con la loro storia personale o con la vicenda in atto."

La trama è anch'essa molto particolare perché si basa sul racconto e sulla valutazione di alcuni romanzi molto noti a tutti. Infatti il lettore fa un vero e proprio viaggio nel '800, a Londra, accompagnato da Charles Dickens che con il suo romanzo"Le avventure di Oliver Twist" permettendoci di esplorare sia la Londra bene, cioè quella fatta di lusso e sfarzo, sia e soprattutto una Londra fatta di vicoli stretti e malfamati. L'autrice, in questo primo capitolo, ci pone davanti l'immagine di due facce della Londra vittoriana, quella di East End e West End, ma non omette di specificare che c'è anche un intermezzo, la City, che nel romanzo di Dickens, come successivamente in altri, non viene raccontata.

"Lo sguardo si posa sulla metropoli vittoriana che si trasforma in campo di battaglia in cui si misurano innocenza e malvagità, bontà ed egoismo, cultura e ignoranza in un duello che alla fine si risolve con la vittoria del bene sul male"

Successivamente nel romanzo di Caterina Maccagnani ci si imbatte in un'epoca vittoriana più gotica. Di fatto l'autrice si appoggia ad autori come Edgard Allan Poe, primo autore di trame poliziesche che ha aperto la strada a molti altri. Su questo genere si aprono numerose teorie come quella del psichiatra e criminologo Cesare Lombroso. Lombroso, ci spiega nel suo libro l'autrice , ha sviluppato una teoria sul killer ovvero, che un killer seriale o di nascita ha delle caratteristiche fisiche ben specifiche e questa teoria ha influenzato molto i romanzieri vittoriani come Robert Louis Stevenson e il suo celebre romanzo "Lo strano caso del Dottor Jekyll e del signor Hyde" che riporta le caratteristiche fisiche dettate da Lombroso, aggiunge la suspance e la doppia personalità. Ma prima di arrivare a Stevenson Caterina Maccagnani ci fa conoscere la Londra di Sir Arthur Conan Doyle e il suo romanzo "Sherlock Holmes" che è diverso come stile da Stevenson per il fatto stesso che le scene sono meno macabre molti eventi accadono all'interno di salotti o carrozze, non esiste la suspance. Possiamo dire che Sherlock Holmes fa parte del West End e l'autore non si spinge oltre, nelle zone più malfamate.

"Nella caratterizzazione di Holmes, potrebbe avere avuto una certa rilevanza l'incontro con Doyle e Oscar Wilde. Anche se a prima vista il tipo di dandy libertino rappresentato da da Wilde non ha molto in comune con la misoginia di Holmes."

Con Oscar Wilde, unaltro autore che Caterina Maccagnani ha scelto per illustrarci alcuni aspetti londinesi, usciamo dall'epoca gotica e entriamo in quella di sviluppo e benessere. Infatti nella seconda metà dell'800 Londra è considerata la città delle scoperte e invenzioni oltre ad essere la capitale più grande del mondo occidentale. L'autrice ci fa notare attraverso "Il ritratto di Dorian Gary" come sono cambiati i metodi di scrittura e della vita a Londra. Infatti non abbiamo più a che fare con una Londra malfamata, degradata e nebbiosa. Le scene del libro di Wilde sono tutte ambientate nei salotti ricchi e nei giardini privati. L'autrice ci illustra il dandismo e il narcisismo di Dorian Gary. Inoltre è il primo romanzo ad avere trattato e a portare alla luce l'argomento del l'omosessualità. Ma anche in questo romanzo viene evidenziata la presenza del doppio con la bellezza in contrasto netto con la bruttezza e la giovinezza contro la vecchiaia.

"L'amore narcisistico per la propria immagine si associa alla paura del doppio: più Dorian aborisce la sua immagine che diventa brutta e vecchia, più intenso diventa il suo amore per se stesso."

È inutile dire che nel libro c'è molto più di quello che sono riuscita a raccontarvi. Direi che l'unico personaggio fondamentale è Londra anche se a volte viene messa in disparte per dare spazio al dualismo. Avrete certamente notato, anche da quel poco che vi ho spiegato, come l'autrice sottolinea questo concetto che, credo di avere capito, essere una caratteristica molto predominante della Londra vittoriana. Lo posso dedurre anche dal fatto che anche geograficamente è divisa a metà. C'è la zona ricca e quella povera che non vengono mai in contatto tranne nel caso di Oliver Twist ma anche qui c'è un salto di qualche chilometro. L'autore nella narrazione si ferma al confine di East e riparte direttamente da West ma in mezzo c'è la City che non viene raccontata. Quindi c'è questo netto contrasto, anche un po' estremista. Il bene e il male, il bello e il brutto, la giovinezza e la vecchiaia. Tutte duologie estremiste. Non c'è mi una via di mezzo. Questo aspetto, teoria ci accompagna per tutta la durata del romanzo che percorre un secolo intero senza mai lasciare Londra se non in rarissime e brevi occasioni.

"Londra ha diversi volti, li ha sempre avuti. Le molteplici facce della metropoli vittoriana hanno dato vita a differenti personaggi, reali o fittizi, che hanno contribuito ad alimentare il mito della città e a farla diventare così come la possiamo vedere ai giorni nostri."

Anche se all'inizio può sembrare un po' complicato la trama si snoda dopo poche pagine e la lettura diventa molto interessante, al punto di non volersene separare. Ha uno stile molto costruttivo, l'impressione che sia ha è quella di assistere ad una lezione di storia ma molto piacevole e coinvolgente. L'unica pecca per quanto mi riguarda sta nel finale perché finisce con una storia triste, dolcemente amara, dove incontriamo ancora il senso del doppio ma non una conclusione. A questo punto mi aspettavo una riflessione finale o qualcosa di simile. Sono rimasta un po' così, come se mi mancasse qualcosa ma per il resto vi consiglio di recuperare assolutamente questo libricino perché ne vale la pena.



Voto: ⅘

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