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Recensione "L'amore al tempo della musica" di Giulia Esse

Titolo: L'amore al tempo della musica Autore: Giulia Esse Edito: Io me lo leggo Genere: Romanzo storico Pagine: 301 Link d'acquisto Trama

Venezia 1797. Napoleone Bonaparte è ormai alle porte della Serenissima: dopo tanti colpi e sventure, presto la Repubblica cadrà. Insieme all'orgoglio della città deve piegarsi anche quello di Anna, giovane sposa costretta dai debiti del marito a trasferirsi nella casa dello zio di lui, Fosco Alvise Candiani, il più acclamato compositore di Venezia. Abbandonata in una casa ostile, strappata ai suoi affetti e a tutto ciò che conosceva, Anna si aggrappa all'unica cosa che le resta: il suo sogno di diventare violinista. Per farlo, è pronta ad assumere l'identità del marito, di cui nessuno ha più visto il volto fin da quando era ragazzo. Nei panni di un uomo, Anna trova la libertà che ha sempre bramato, ma rischia di perdere se stessa. E gli occhi severi di Fosco, l'uomo che sembra la sua perfetta antitesi, sono pronti a ricordarglielo in ogni momento. Echi di concerti, clangore di spade e pettegolezzi sussurrati corrono tra le rughe e le calli, ma tra i mille specchi di Venezia si cela la domanda più importante di tutte: è più giusto vivere secondo coscienza, o secondo reputazione? Biografia Giulia Esse è nata a Velletri nel 1991, la città che ha dato i natali ad Augusto, di cui va fiera anche in virtù della recente laurea in Archeologia Classica conseguita a Roma La Sapienza. Ha esordito nel 2019 con il romanzo storico ambientato nella Venezia di fine Settecento, L'amore al tempo della musica, edito dalla collana “Io me lo leggo”. È una delle vincitrici del concorso letterario Guerriere indetto da Le Mezzelane Casa Editrice, con il racconto fantasy orientale Senza Nome. Ha pubblicato il primo volume di una trilogia fantasy orientale, Cieli di sangue – Il cammino della rovina con la casa editrice Delos Digital. La scrittura è un lavoro che la accompagna insieme al sogno di proseguire i suoi studi nell’ambito della museologia. Recensione "L'amore al tempo della musica" è un romanzo storico in cui l'argomento principale volteggiare attorno all'amore per sé stessi, per l'arte, per la musica…insomma, si discorre dell'amore in tante sfaccettature. Sono diverse le domande che questo libro ci porta ad affrontare ma quelle che mi hanno colpita di più sono: L'amore può diventare un peso? Può essere un ostacolo? Opprimente? Si può amare se stessi così tanto da non riuscire ad amare più nessuno? Si può amare senza amarsi? Cos'è l'amore? L'amore è perfezione o imperfezione? Oppure è la perfezione nell'imperfezione? O magari imperfezione nella perfezione? Confesso, in realtà di domande me ne sono poste molte. Ma perché mi sono posta tutte queste domande? Perché ho conosciuto Anna, Lorenzo, Fosco e Tommaso. Quattro personaggi, protagonisti di una vita che per loro diventa soffocantd. Costrizioni rigide della società e dell'etichetta non vanno di pari passo con l'amore. Ognuno ha un modo diverso di vedere l'amore. Ognuno di loro è vittima del proprio amore. Anna è una giovane donna cresciuta a Vienna con un amore indescrivibile per la musica. Lei fin da bambina cercava, da autodidatta diremmo noi, di apprendere tutto ciò che poteva sulla musica. Per lei, giovane, bella e intelligente non esistono rumori ma solo musica. Ogni passo, ciglolio o scricchiolio è musica. Anna si rivela essere ben diversa dalle altre dame di fine '700. Poco incline alle futili conversazioni non ama nemmeno tutte quelle attività oziose da signore preferendo suonare ma in una società che vede le donne come bambole di porcellana da sfoggiare alle occasioni più importanti, per Anna, è impossibile fare la musicista.

"Tanto disprezzava la frivolezza delle donne, quanto ammirava la profondità degli uomini, e solo perché aveva vissuto a metà fra il mondo delle une e degli altri senza mai appartenere completamente all'uno o all'altro."

È sposata con Lorenzo uno strumentista per volere altrui e non per vocazione. Il giovane è un ragazzo impertinente che suona perché è l'unica cosa che gli hanno insegnato e permesso di fare e che sa fare. Finisce spesso nei guai dai quali lo tira fuori suo zio Fosco, un maestro di musica molto ben visto di patrizi. Fosco è un uomo che ha sofferto e che con grandi sacrifici è arrivato nei salotti veneziani più importanti. Ed è proprio da lui che i novelli sposi si recheranno costretti a fuggire da Vienna. Giunti a Venezia Anna conosce per la prima volta Fosco che, a dire del nipote, è un uomo privo di sensibilità e ricco di vanità. Anna all'inizio non ha un buon giudizio su Fosco ma la loro convivenza gli porterà a cambiare la proprio opinione più volte.

"Che frustrazione il contenere tutti i sentimenti che gli vorticavano dentro. Che frustrazione non potersi esprimere anche nell'errore, ma sarebbe andato contro gli ideali di una musica che si era costruito da sé. Solo il tempo poteva concedergli l'imperfezione."

Sempre nello stesso periodo la giovane sposa conosce Tommaso, un violinista che fa parte dell'orchestra di Fosco. Tommaso è un bravo ragazzo, amico d'infanzia di Lorenzo nonostante lo abbia sempre invidiato gli voleva bene. E sarà proprio Tommaso ad aiutare Anna. Dopo essere giunti nella casa di Fosco, Lorenzo svanisce e lascia la moglie alle cure dello zio ma Anna non è ben disposta a dipendere da un uomo che non le sta nemmeno simpatico. Turbata ma caparbia e pronta a tutto, decide di svestire i panni della giovane donzella e indossare quelli del marito. Da uomo, agli occhi di tutti, riesce ad ottenere ben due posti come musicista, violinista ma le bugie hanno le gambe corte. Ciò che rimane ad Anna è una grande confusione e l'unica domanda che riesce a porre a sé stessa e alla quale non riesce a dare una degna risposta è: chi è veramente Anna?

"Il cuore degli uomini era diverso da quello delle donne, Anna l'aveva provato e ne era certa. Si amava con lo stesso cuore ma non allo stesso modo, perché uomo e donna erano differenti e questa era verità."

Quattro personaggi con altrettante vite all'apparenza non compatibili che si incroceranno, sfioreranno, allontaneranno per poi tornare ad unirsi di nuovo perché ognuno di loro può dare e ricevere tanto a chi li sta vicino. I loro rapporti sono altalenanti ma complici inconsapevoli. Mi sono piaciuti tanto ma il personaggio di Fosco mi ha colpito di più per quel suo essere così consapevole di ciò che era diventato, di come lo era diventato e del fatto che non era perfetto ma era lui. Credo che tra i quattro sia quello che ha subito una crescita personale più grande e importante nonostante sia il più grande di età. D'altra parte, Anna, è una donna che si ritroverà a dovere capire chi è. Una giovane donna confusa e convinta che l'amore sia una cosa di tutti e per tutti si ritroverà a imparare ad amare se stessa. Lei che era convinta che le bastasse amare Lorenzo e che amare se stessi era pura vanità. Ciò che mi è piaciuto di Anna è sicuramente il suo carattere spigliato che va contro corrente. Una donna rivoluzionaria per l'epoca. D'altronde ci troviamo alla fine del XVIII secolo, più precisamente nel 1797 quando cade la serenissima un epoca e un fatto storico di grande importanza storica non solo per Venezia. Ah…Venezia i suoi canali, le acque che riflettono la vita. Credo che l'autrice non abbia potuto scegliere un ambientazione migliore. Una città come Venezia, con tutti i suoi vicoli intrecciati come una gigantesca ragnatela è la perfetta proiezione dell'animo umano. Vicoli bui, cechi, stretti, piazze immense è l'amore che non ha ragione. L'amore non ha spiegazioni logiche. L'amore è tutto e niente. È questo il senso di questa storia, secondo me.

"Venezia è una città capricciosa, si era forse la definizione più adatta. Calli e rughe si incrociavano in tante maniere, varie e impreviste."

L'autrice Giulia Esse ha uno stile molto poetico quando descrive l'ambientazione e i sentimenti, emozioni. Travolge il lettore con la passione e non si può sfuggire alla sensazione di rabbia, dolore, amore, gioia. La scrittura di Giulia è come la musica lenta poi veloce per poi farsi di nuovo calma quasi un sussurro per sfociare in un gran finale che squote l'anima. La sua penna è veramente molto piacevole. I dialoghi sono curati e ce un eccellente conoscenza del linguaggio in uso alla fine del' 700. Il finale? perfetto.

"«Fra tutti i momenti in cui la musica mi dà vita, è questo quello che preferisco.» «Il silenzio?» «L'attimo dopo il gran finale. [...] Che brividi, provo. È come solo ora abbia consapevolezza di quel che ho suonato,come se solo alla fine riesca a godere dell'immenso piacere che la musica può darmi. Vorrei rimanere qui per sempre, consumare la mia notte con queste sensazioni che mi bruciano la pelle. L'indomani sarà già tutto svanito e non rimarrà che il sogno.»"

Anche se durante la lettura non capivo il perché di alcune scelte al termine ho capito che tutto ha un perché. Nulla viene lasciato al caso. È alla fine che ogni dettaglio acquisisce un senso logico. Vi consiglio davvero di leggere questo romanzo con un ambientazione storica straordinaria. Non vi lascerà indifferenti. Voto: 5/5



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