top of page
Immagine del redattoreLibera di leggere

Recensione "La vita della parola" di Bonifacio Vincenzini

Titolo: La vita della parola Autore: Bonifacio Vincenzi Edito: Macabro Collana: Le stelle di Macabro Pagine: 70 Link d'acquisto Descrizione: «Bonifacio Vincenzi si cimenta in questo nuovo lavoro letterario con la pubblicazione della silloge "La vita della parola", un piccolo canzoniere sulla pienezza del verbo, alla ricerca dell'Essere, in una società, assente, che recita, decanta e insegue i "bagliori", le "illusioni", come valori, come dispersione, invece, di crescita. L'universo, infatti, che si dispiega in questo testo è quello del dissidio tra l'apparire e il vivere, il blaterare e il parlare, il virtuale e il reale, come voragine generazionale, come ossimoro incolmabile.» (dalla prefazione di Rocco Salerno) Biografia: Bonifacio Vincenzi è nato a Cerchiara di Calabria nel 1960 e attualmente vive a Francavilla Marittima (CS). In più di trent'anni di attività letteraria ha curato diver- se antologie poetiche e ha collaborato a quotidiani, set- timanali e riviste specializzate. Nel suo vasto reperto- rio di pubblicazioni, ricordiamo: cinque raccolte di liri- che (ultime delle quali La tempesta perfetta (Aljon Editri- ce), 2009), Le bambine di Carrol (LietoColle, 2015), Ba- taclan (LietoColle, 2016); i romanzi Arrivederci, Letizia! (Editrice Il Coscile, 2000); Testimone un cane (Panesi Edizioni, 2015); Il raduno (Ensemble, 2018). Ha pub- blicato, inoltre, molti libri per l’infanzia. Ha diretto la rivista “La colpa di scrivere” e il quadrimestrale di let- teratura “Il Fiacre N. 9”. Attualmente dirige il bime- strale di poesia “Il sarto di Ulm”. Cura per Macabor Editore Secolo Donna. Almanacco di poesia italiana, l’opera Sud I poeti (20 volumi) e I poeti del centro Italia (20 volu- mi). È direttore editoriale di Macabor Editore. Recensione: Quella su "La vita della parola" non sarà una recensione classica essendo che si tratta di una raccolta di poesie. Inoltre, mi soffermerò e baserò sulle mie impressioni del tutto personali. Cercherò di farvi capire cosa mi hanno lasciato le parole di Bonifacio Vincenzini ma, ribadisco, sempre e soltanto al livello del tutto personale.

Le cose che saranno, che sono e che furono annientano l’istante per poi risorgere nelle regole del procedere. Finalmente ti ritrovo dietro le parole mai dette.

Dunque, inizierei con il dirvi che questa raccolta mi si è presentata come una sorta di percorso terapeutico. Dico terapeutico perché le poesie lo sono, le parole lo sono e in questi versi l'autore ripercorre un po' ciò che è stata ed è la sua vita, metabolizzando il dolore per la perdita del padre. Purtroppo, sappiamo e conosciamo bene quanto fa male perdere una persona che amiamo e nel caso di un genitore, figlio o fratello questo dolore sembra amplificato. Attraverso le parole dell'autore Vincenzi ho capito che nel dolore siamo tutti uguali. Ho capito che tutto perde di significato se non possiamo condividerla con chi amiamo. Ogni cosa che ci circonda custodisce un ricordo del passato che abbiamo condiviso con la persona a noi cara. Ma la cosa più importante sono le parole. Trascorriamo una vita intera a parlare, chiacchiere, discutere e discorrere di tutto e di niente ma alla fine dimentichiamo di dire le parole vere. Le parole che suonano di amore, riconoscimento, apprezzamento. Parole che sono ricche di emozioni e sentimento. Perché alla fine le parole vere sono sempre quelle non dette. Quelle custodite dentro di noi e mai lasciate libere come se fossero care ma non lo sono. Quelle parole sono preziose per chi le ascolta e, purtroppo, ce ne rendiamo conto sempre troppo tardi.

Ecco, queste sono le sensazioni ed emozioni che ho percepito io leggendo le poesie di Bonifacio Vincenzi. E non mi vergogno a dire che ho versato anche molte lacrime perché tra i versi e tra le sue parole ho trovato una verità che spesso ignoriamo, forse perché vi viene più comodo così. Ora, non so dirvi se ho colto a pieno il messaggio di Bonifacio Vincenzi ma, come ho già detto altre volte, per me la poesia è come un quadro, ognuno vede al suo interno ciò che ha dentro di sé. Ognuno interpreta una poesia, come un quadro, in base al proprio stato d'animo e al proprio vissuto.

Non esistono uomini liberi, il mondo ha terrore degli uomini liberi. Apparenze, labirinti, campi fluttuanti di idee. Non potendo abolire il tempo l’istigazione dei desideri è un’efficace forma di controllo. Milioni di falene attratte dalla luce, tutti seguono tutti, si confondono, amano sempre quello che non possono avere. Volontariamente si allontanano dalla libertà. Malati di dolore saldano attimi che sono lontani dalla loro storia.

Voto: 5/5 Libera_di_leggere


9 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Comments


Post: Blog2_Post
bottom of page