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Recensione: "Le sette dinastie" di Matteo Sturkul 


Titolo: Le sette dinastie

Autore: Matteo Sturkul

Genere: Romanzo Storico

Editore: Newton Compton Editore

Pagine: 532



Trama


Il romanzo più atteso dell’anno

L’autore della saga bestseller I Medici

Tradotto in tutto il mondo


Sette famiglie, sette sovrani, sei città: questa è l’Italia del XV secolo, dilaniata da guerre, intrighi e tradimenti, governata da signori talvolta lungimiranti, ma molto spesso assetati di potere e dall’indole sanguinaria. A Milano, Filippo Maria, l’ultimo dei Visconti, in assenza di figli maschi cerca di garantire la propria discendenza dando in sposa la giovanissima figlia a Francesco Sforza, promettente uomo d’arme. Intanto trama contro il nemico giurato, Venezia, tentando di corromperne il capitano generale, il conte di Carmagnola. Ma i Condulmer non temono gli attacchi: smascherano il complotto e riescono a imporre sul soglio di Pietro proprio un veneziano, che diverrà papa con il nome di Eugenio IV. Tuttavia il duca milanese troverà alleati anche a Roma: sono i rappresentanti della famiglia Colonna, ostili al papa che viene da Venezia e decisi a cacciarlo dalla città. Solo l’aiuto dei Medici riesce a scongiurare la morte del pontefice, costretto però a un esilio forzato a Firenze. E mentre nel sud dell’Italia si fa sempre più cruenta la guerra tra angioini e aragonesi, il destino della penisola italica è sempre più avvolto nell’incertezza…


Biografia d'autore


Matteo Sturkul è nato a Padova nel 1973. È laureato in giurisprudenza e dottore di ricerca in diritto europeo. Le sue opere sono in corso di pubblicazione in sedici lingue, pubblicate in trenta Paesi e opzionate per il cinema. Il primo romanzo della saga sui Medici, Una dinastia al potere, ha vinto il Premio Bancarella 2017. La serie (che comprende anche Un uomo al potere, Una regina al potere e Decadenza di una famiglia) è in corso di pubblicazione in 12 lingue e in più di 25 Paesi. La Newton Compton ha pubblicato anche Inquisizione Michelangelo.


Recensione


"[...]Non c'è più onore in questa guerra, dove un giorno combatto gli uomini di un capitano di ventura e quello dopo li ritrovo al mio fianco.[...]"


"Le sette dinastie" di Matteo Sturkul è un romanzo storico rinascimentale che parla dell'Italia. Un libro che vede protagoniste sette famiglie alla ricerca di fama e gloria.

I fatti storici sono molto fedeli alla realtà ma, indubbiamente, le lacune storiche sono state sanate dalla bravura di Matteo Sturkul nel reinventare alcuni episodi rendendoli molto coerenti e parte integrante del libro. Individuare questi elementi è veramente una missione impossibile.


La trama risulta molto complessa da spiegare ma è molto di più di quella che viene presentato in quarta di copertina.

Partiamo da Milano con Filippo Maria Visconti che ha decapitato la prima moglie e ha tenuto segregata per anni la seconda. Ha sposato entrambe solo per cercare di creare forti alleanze ma senza successo. Inoltre, il duca di Milano, era innamorato follemente della sua favorita, Agnese, madre dell'unica erede del Ducato di Milano, Bianca Maria. Filippo Maria non era amato dal popolo milanese perché più passavano gli anni più diventava irascibile e intollerabile, costantemente alla ricerca di una qualche vendetta. Ha cercato di vendicarsi persino del marito di sua figlia, che egli stesso aveva scelto per lei e per garantire una discendenza Viscontea al ducato di Milano, solo per invidia dato che lui era invalidato e incapace di reggersi sulle proprie gambe mentre Francesco Sforza era un uomo darmi più che eccellente.


"La bizzarra crudeltà di Filippo Maria Visconti era leggendaria. La sua mania di essere perseguitato altrettanto. Per questa ragione se ne stava rinchiuso nel suo castello, con i mastini ai piedi."


Francesco Sforza e Bianca Maria conducono i primi anni del proprio matrimonio lontani da Milano perché subiscono rappresaglie da parte di Filippo Maria. Bianca sa che il marito, molto più grande di lei, non le è sempre fedele e tollera la cosa finché non scopre un episodio troppo grave da tollerare del quale decide di vendicarsi. Nonostante tutto, quando suo padre espira, decide di scendere in campo al fianco del marito per riconquistare il ducato di Milano che nel frattempo è entrato nelle mani della repubblica. Insieme, Bianca Maria e Francesco Sforza, riescono a riprendersi il loro regno e mantenere la pace con il resto d'Italia per molti anni. Finché al potere non subentra il primogenito, Galeazzo Maria, che si rivela essere un duca scellerato più del nonno, senza un briciolo di buon senso. Restio dal sentire ragioni della madre, della moglie né tanto meno delle innumerevoli amanti…


"«Perché il castello è simbolo stesso della tirannia! Fu l'emblema del potere di vostro nonno Filippo Maria Visconti». «Un uomo che ammiro profondamente. Poiché sapeva come esercitare il potere»."


In contemporanea a Roma si susseguono i papi. Alla morte di Ottone Colonna, papa Martino V, subentra il veneziano Gabriele Condulmer con il nome di papa Eugenio IV. Ma ai nipoti del Colonna la scelta del nuovo papa non piace in quanto erano convinti che al pontificio sarebbe salito un'altro Colonna per mantenere la dinastia. Allora decidono di andare contro il papa prima confiscando il tesoro del Vaticano, una rivolta questa che successivamente verrà sedata dal cugino dei Colonna con un compromesso, così il tesoro torna al Vaticano mentre ai Colonna vengono lasciati alcuni dei possedimenti che, l'allora papa Martino V, aveva concesso a loro. Ma i fratelli Colonna, ma soprattutto Francesco, non si accontentano e così cominciano a organizzare complotti e a uccidere anche i loro stessi parenti, per primo loro cugino Stefano che era dalla parte del papa. Tutto pur di spodestare Eugenio IV. I Colonna decidono di chiamare in causa il milanese Filippo Maria che non vuole di certo farsi sfuggire l'occasione di andare contro un veneziano così decide di affidare l'incarico a Francesco Sforza che invece, pagato profumatamente del fiorentino Cosimo de Medici, decide di aiutare il papa a fuggire da Roma e a nascondersi a Firenze.


"«È ora, Gabriele, gli uomini sono arrivati! Da questo momento le nostre strade si dividono. Spero di rivedervi e di potervi riabbracciare insieme a Polisenna. So che ha incontrato Cosimo de' Medici proprio in questi giorni»."


Alla fine papa Eugenio IV riuscirà a tornare a Roma ma ci rimarrà poco. Verrà poi sostituito da Nicolò V. Successivamente subentrerà un Borgia, papa Callisto III. Poi arriverà papa Pio II e solo dopo la serenissima tornerà in mano ai veneziani con il nipote di Eugenio IV, Pietro Barbo con il nome di papa Paolo II. Quest'ultimo però si rivelò essere un papa amante della ricchezza e il benestare della propria famiglia. Tant'è vero che ha fatto costruire una reggia per la madre, Polisenna Coldumer, e la letteralmente obbligata ad essere la sua consigliera personale.


Nel frattempo Napoli è assediata da Alfonso d'Aragona che infine riuscirà ad entrare in città e a riportarlo allo splendore e a farla diventare un gioiello del sud. Una città forte e ricca. Insieme a Milano e Firenze firmano il trattato di pace appoggiati dalla serenissima. Ma Napoli, nel corso degli anni e dopo la morte di Alfonso, si ritroverà a dover combattere contro la Sicilia. D'Angiò re di Sicilia vuole spodestare Ferrante d'Aragona perché ritiene di essere l'unico legittimo re di Napoli in quanto Ferrante è figlio illegittimo ma la successione era già stata assicurata dal papa.


Firenze intanto rimane una città d'arte e di pace. Si ritroverà coinvolta si in alcuni intrighi e complotti ma sarà sempre dalla parte del bene. Infatti, Cosimo de Medici, anche se all'epoca era ancora in esilio a Venezia è riuscito a far fuggire da Roma papa Eugenio IV. Si è rivelato un uomo capace di ragionare e consigliare e ha sempre saputo scegliere da che parte stare. Un uomo di notevole intelletto e cultura. Appassionato dell'arte, una passione che trasmetterà ai suoi figli e nipoti. Alla sua morte succede suo figlio Piero che si ritroverà a dover affrontare una rivolta da parte dei nobili e del duca d'Este ma in suo soccorso arrivano due mila uomini del duca di Milano, Galeazzo Maria Sforza, e gli assalitori gettano l'arma senza obiezioni.


"«Messer Medici la situazione è semplice: a mio modesto parere, e a nome anche di Niccolò Soderini, di Angelo Acciaiuoli e del duca d'Este, voi vi comportate fin dalla morte di vostro padre come il signore di questa città. Non esiste però una legge che vi riconosca questa prerogativa. Per questa ragione, noi oggi veniamo a ristabilire l'ordine. Potete forse darci torto?» "


Guerre, intrighi, complotti e poi ancora punizioni, decapitazioni e sevizie varie. Sete di vendetta, denaro e potere. Ma anche passione, amicizia e amore. Amore filiale e genitoriale. La ricerca di pace, giustizia e serenità. Un papa voleva la pace. Voleva vedere i signori, i duchi e i principi uniti in un'unica alleanza per combattere contro l'anticristo. Mentre invece tutti loro non facevano altro che fomentare inutili guerriglie senza vinti e senza vincitori.


"Le sette dinastie" è un libro in cui l'unica vera protagonista è la storia. Una protagonista eccezionale, trattata con massima cura e dedizione. Sturkul è un narratore eccezionale. La Stampa lo ha definito eclettico e accattivante e io non saprei trovare aggettivi migliori. Ma una storia ha bisogna anche dei suoi personaggi perciò, vi dirò, che gli ho apprezzati tutti, uno ad uno, con i loro pareggi ma soprattutto difetti.

Agnese si è rivelata una donna intelligente che ha saputo conquistare e consigliare Filippo Maria ma soprattutto ha saputo amarlo quando nessuno poteva più sopportare;

Filippo Maria Visconti era un uomo infelice e invidioso ma che sapeva amare le uniche donne della sua vita: la favorita Agnese e sua figlia Bianca Maria;

Bianca Maria fin da bambina si è rivelata intelligente, astuta e coraggiosa. Capace persino di andare in guerra al fianco del marito di cui era innamorata e disposta a perdonargli tutto o quasi. Anche se ha assaporato l'amaro della vendetta ha anche saputo comprendere, se pur tardi, gli errori commessi. L'amore per i figli lo si capisce dal rapporto con il primogenito Galeazzo Maria che lei non ha mai smesso di amare anche se lui non ha fatto altro che deluderà con il suo atteggiamento poco prudente.

La generazione de Medici è fatta di uomini di grande valore. Il loro amore e la passione per l'arte gli rende uomini capaci di comprensione e di trovare i veri valori della vita.


"Francesco Sforza non riuscì a trattenere la sorpresa. «Dite davvero?» «Mettetemi alla prova», rispose lei. Lui la guardò negli occhi e li scoprì traboccanti di coraggio. «Non lo farò, amore mio, quel che vedo vale più di mille duelli»."


Altri personaggi, uomini e donne, che troviamo tra le pagine di questo libro è della storia, sono tutti molto ben caratterizzati. Uomini valorosi. Donne capaci di dimostrare il proprio valore.

Se dovessi scegliere il personaggio che ho apprezzato di più allora, senza ombra di dubbio, sceglierei Cosimo de' Medici per la sua calma, capacità di ragionare e la passione per l'arte.


Un'ambientazione indiscutibile. Un Italia rinascimentale bellissima. La maggior parte dei eventi si sono svolti a Milano ma le grandi protagoniste sono anche Venezia, Roma, Firenze e Napoli. Matteo Sturkul ci fa fare un vero e proprio viaggi nel tempo e nei luoghi più belli e suggestivi d'Italia. Confesso che mi sento fortunata ad avere già visitato Roma, Venezia e Firenze e tornare in queste città con Sturkul che ne racconta la storia per me è stata un emozione immensa e indescrivibile. La storia raccontata dall'autore inizia nel 1418 e termina nel 1476. Cinquantotto anni di avvenimenti incredibili.


Matteo Sturkul si rivela un narratore eccezionale, il suo stile è semplice e scorrevole, mai noiosa. È molto schematico e lo si capisce dal modo in cui ha deciso di strutturare il suo libro che si suddivide in quattro parti che a loro volta si dividono in anni, quindi abbiamo anche dei salti temporali, e poi abbiamo i capitoli. I capitoli stessi hanno un titolo e sottotitolo che servono a far capire al lettore in che luogo si trova inoltre, sono brevi e questo loro aspetto rende la lettura più veloce e fa sì che si può interrompere la lettura in qualsiasi momento senza mai perdere il filo degli eventi. Da sottolineare anche il fatto che man mano che si prosegue con la lettura, Matteo Sturkul, utilizzando dialoghi molto affascinanti e coinvolgenti, riepiloga i momenti più importanti. In questo modo, oltre al fatto che non si dimenticano gli eventi accaduti in precedenza, si è sempre consapevoli del perché degli episodi successivi. Insomma si è sempre sul pezzo.

Inoltre il libro è dotato di una sorta di albero genealogico all'inizio che serve al lettore per conoscere le varie parentele. Devo dire che è stato d'aiuto soprattutto all'inizio, quando si incomincia a conoscere le varie scene, si ha una visione più completa ma poi la lettura è talmente comprensibile che non ne si ha più bisogno. Ciò che invece è mancato è la mappa. Avrei voluto tanto che c'è ne fosse una o più che mostravano le divisioni dell'Italia man mano che nel corso degli anni venivano modificate. Un'altro aspetto negativo e che ci sono un paio di episodi che non hanno un vero motivo d'eserci, tant'è che non hanno nemmeno una conclusione quindi questa scelta dell'autore non la capisco però sono scelte. Ma nulla da ridire sul finale degno di un libro di questo calibro. Io personalmente non ho letto altri libri di Matteo Sturkul ma desidero recuperarli tutti e posso affermare che è al livello di coloro che io definisco King del genere e parlo di Ken Follett e Falcones.

Mi ha sconvolto leggere nella nota d'autore quanta preparazione c'è dietro questo libro. Ho letteralmente perso il conto di quanti libri ha letto per avere una visione completa della storia. Tutti titoli che so già non vivrò abbastanza per recuperare.


Perciò consiglio questo libro si! A chi ama la storia e non. A chi non ha paura di affrontare dei mattoncini. A chi come me è affascinato dalla bellezza del medioevo e del rinascimento.

In ultimo vi lascio con questa affermazione di Joe R. Lansdale:


“«Matteo Sturkul è una delle voci più importanti della nuova narrativa italiana: dovete assolutamente leggerlo.»”


Voto: 4/5


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