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Recensione: Mi sono raccolta di Chiara Domeniconi



Titolo: Mi sono raccolta Autore: Chiara Domeniconi Editore: La Rondine Genere: Raccolta di Poesia Pagine: 137 Trama/Biografia: Mi chiamo Chiara Domeniconi. Sono nata a Sassuolo il 27 novembre del 1972. Mia madre era ed è una maestra. Mio padre l'ha sempre costretta a non lavorare, però, e ad aiutarlo nel suo mestiere: aveva un negozio di forniture dentali. Mio padre aveva dei problemi di attaccamento alla sua famiglia di origine, che lo hanno portato ad ammalarsi presto di bipolarismo, mal curato perché mio nonno paterno era medico e pensava di risolvere il problema in famiglia. Invece no, mio padre è diventato ben presto dipendente da alcol e farmaci, fino a quando durante le feste di Natale del 1984 si è tolto la vita". Inizia così, con questa confessione straziante, Mi sono raccolta, la silloge poetica che l'autrice usa per parlare di sé, della propria vita e dei propri traumi. Di come si superi il dolore e si diventi adulti, nonostante le sofferenze subite. Di come la poesia non sia solo dentro di noi, ma sia anche in tutto ciò che ci circonda. Chiara ci riesce con grande forza e devozione, nei confronti del lavoro della scrittrice che lei sente di essere. Un percorso poetico intenso e commovente, dove non si risparmia e di verso in verso declina tutta se stessa, la sua famiglia, il suo mondo. Recensione: Con il libro "mi sono raccolta" affrontiamo una serie di poesie. A dire il vero io preferisco chiamarli pensieri e più in là capirete perché. In questa raccolta troviamo 117 poesie, pensieri che ho letto d'un fiato perché non riuscivo a staccarmi dalle parole dell'autrice ma sopratutto dai sentimenti che trasmetteva attraverso le parole. Ovviamente è umanamente impossibile analizzare ogni singola poesia ma c'è ne sono alcune che ho salvato perché mi hanno colpita particolarmente. Magari ve ne propongo qualcuna, anche se scegliere non sarà facile. Ogni pensiero che è stato raccolto in questo libro porta con sé delle sensazioni intense. Si percepisce perfettamente il dolore che Chiara Domeniconi ha vissuto, le sue paure, le ansie, la malinconia e quella costante sensazione di non essere adatta ma tutto questo raggiunge un culmine nel quale lei acquisisce la cosepevolezza di se stessa e allora si legge la speranza e il senso della vittoria. Chiara, nei suoi pensieri, specifica che non si sente un eroina o migliore degli altri perché lei c'è la fatta a vincere la propria battaglia ma mette nelle sue poesie la propria esperienza come esempio,sugferimento per dare forza a chi vive un momento di debolezza. Tutti possiamo vincere contro le nostre paure e in merito c'è una poesia che vi dedico qui…

PARADOSSO DELLA PAURA Che vuoto che lascia la paura quando va via! Soprattutto quando per anni hai avuto paura di tutto, di vivere, di morire, di stare bene, di stare male, di dimagrire troppo o di ingrassare, di perdere i tuoi cari, di innamorarti ed essere abbandonata… Ma il peggio è la paura della paura, ma ancora peggio la PAURA DI NON AVER PAURA. Non sai come gestirla, perché per anni, attraverso i malanni, ha riempito i tuoi vuoti, le tue frustrazioni, rabbie, emozioni soffocate, azioni che avevi paura fossero bocciate… ora non hai più scuse, senza la paura di te stessa devi avere cura, devi agire, non hai motivi per delegare ad altri o a malattie immaginarie. Io ho fatto più fatica a uscire dalla paura di non aver paura che dalla paura stessa. Perchè diventavo io la protagonista della mia vita, la malattia era finita, ora arrivava la realtà che si chiama RESPONSABILITÀ.

Oltre a questa c'è ne un'altra dedicata alla paura ma in questa si legge una consapevolezza che sinceramente mi ha spiazzato. Un'altro aspetto che mi ha lasciato senza parole è la sua profonda consapevolezza della morte. Il modo in cui ne parla è schietto, si capisce che non ne ha paura. Ma non ti mette a disaggio con le sue parole, anzi, ti riempie di una sensazione di sicurezza e forza, almeno è questo è quello che ho percepito io nel mentre leggevo i suoi pensieri. Vi lascio un'altra poesia proprio per farvi capire di cosa parlo ma sappiate che l'autrice ha dedicato diverse poesie alla morte.

MORTE Morte io ti ammazzerò. Vivendo il presente che come dice la parola PRESENTE = REGALO. Condividendo gioie e dolori, felicità e amori. Senza fare del male gratuito, essendo coerente ai valori morali, che, checché ne dica la gente, sono uguali per tutti gli umani, ed è quello che io chiamo Dio. E sta dentro ognuno di noi. Questi valori unici e uguali messi in pratica renderebbero buono ogni uomo, potremmo sconfiggere la morte insieme, è solo questione di volere. A costo di rimanere più sola a combattere, io non mi voglio lasciare abbattere da come vanno le cose, io la morte la voglio ammazzare e con me voglio gente che nel vivere voglia volare.

Ecco come dicevo prima, in ogni sua parola c'è forza, consapevolezza, sicurezza, dolore si ma anche tanta speranza. Mi sono sentita a tratti simile e molto vicina a Chiara mentre altre volte avrei voluto solo abbracciarla. Ho riso perché in alcune ho trovato una nota ironica molto piacevole, altre volte ho pianto di dolore e tristezza ma poi arrivava la consolazione, sempre. Alla fine non riesco nemmeno ad essere triste per le parole che Chiara Domeniconi ha deciso di imprimere sul foglio bianco perché lei non vuole la compassione non vuole la tristezza di chi la legge. Chiara vuole trasmettere, a chi legge i suoi pensieri, la sua stessa forza, determinazione e amore per la vita.

5/1/1984 parte seconda Al tuo funerale sono voluta andare. In chiesa mi sono seduta senza parlare. Ma nel momento in cui è entrata la bara, non mi son sentita più la Chiara, mi son sentita di scappare fuori, in preda a degli strani dolori, fisici e mentali che facevan tanto male. Mia zia mi è corsa dietro chiedendo come stavo, io ho fatto finta di niente e da allora per me in quella bara mio padre era inesistente. Per anni mi son sentita in colpa a essere felice, per paura di disonorare la sua morte atroce e precoce, non volevo esser serena perché il suo ricordo mi faceva rabbia e pena. Non volevo vivere per non tradire la sua morte. Poi ho capito che dovevo vivere ANCHE per lui, per la vita che mi aveva donato, che non aveva fatto un dispetto ad essersi ammazzato, era malato. E che io non avevo colpe, neanche il mio affetto l’avrebbe salvato, anzi, forse proprio per questo si è sacrificato. Per anni mi son sentita in colpa di superare i 37 anni, di vivere più di lui. Ora sono contenta, perché ha fatto una figlia robusta… che sta raccontando la storia giusta!

Quest'ultima poesia che vi lascio qui e che racchiude tutto. Se leggete tra le righe di questa recensione una certa timidezza, insicurezza è perché non ho parole per descrivere ciò che ho letto. Credo di esserne ancora sconvolta. Ammiro molto Chiara per la consapevolezza che ha raggiunto e il coraggio che ha dimostrato. Personalmente cercherò di rubare da questa raccolta tutto ciò che mi sarà possibile. Non le chiamo poesie perché sono pensieri, sono emozioni, sono vita stessa in tutta la sua essenza. Voto: ⅘

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