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Review "I demoni di Urbino - la moglie del capitano" di Pasquale Rimoli 


Titolo: I demoni di Urbino - la moglie del capitano

Autore: Pasquale Rimoli

Genere: Noir

Edito: La ruota

Pagine: 280



Trama


Chi era il capitano Matteo Sesti prima delle vicende narrate ne "La figlia del maresciallo"? Ma soprattutto chi è Sara? Sua moglie, la sua amata compagna... Questo secondo capitolo - che in realtà è un prequel - parla di lei, ma non solo. All'interno di un losco scenario, che coinvolge la città di Urbino, i demoni tracciano in questo nuovo libro le basi della loro genesi, che coinvolgerà Sara, Matteo, i loro amici e le torbide relazioni di un misterioso club privé della città.


Biografia d'autore


Pasquale Rimoli è un giovane autore molto promettente. Ha studiato filologia, letterature e storia dell'antichità presso l'università degli studi di Bari Aldo Moro diplomandosi nel 2014.

Ha pubblicato il suo primo romanzo "L'amico nell'ombra" nel 2014 con la Casa Editrice David and Matthaus successivamente ha pubblicato "Il volo imperfetto" con la Wip Edizioni e in fine "I demoni di Urbino - la figlia del maresciallo" e "I demoni di Urbino - la moglie del capitano" con La ruota Edizioni.


Recensione


"I demoni di Urbino - la moglie del capitano" in realtà è il prequel de "I demoni di Urbino - la figlia del maresciallo". Si tratta di un romanzo con sfumature noir. L'argomento principale è l'essere umano e le sue infinite sfaccettature o vite, che dirsi voglia. Infatti nel corso della trama ci imbattiamo in un forte cambiamento della moglie del capitano. Ma più che un cambiamento è un volersi scoprire, volersi conoscere.


Matteo Sesti è il capitano della caserma di Urbino. Con sua moglie, Sara, formano la classica giovane coppia innamorata. Il capitano è un uomo poco più che trentenne, molto affascinante e con indosso la divisa dei carabinieri fa girare la testa a molte donne, questo rende Sara una moglie molto gelosa del proprio marito.

Tiziana è la migliore amica di Sara e quest'ultima non le nega l'aiuto quando l'amica si presenta a casa Sesti raccontando che il marito le ha messo le mani addosso. Però dopo un paio di giorni sembra che tra Tiziana e suo marito Andrea si sia risolto tutto, che i due hanno fatto pace e così, Tiziana decide di tornare a casa dalla quale non uscirà mai più.

Cominciano così i tormenti di Sara che si sente in colpa per non essere riuscita a capire e ad aiutare concretamente l'amica. Per questo decide di rendersi utile nelle indagini. All'inizio, l'intento di Sara è dare una mano al marito per questo insiste nel accompagnare Matteo al locale frequentato da Tiziana e Andrea ma poi conosce una persona e comincia una sorta di indagine parallela a quella che svolge suo marito in veste di capitano. Entrambi scoprono un volto della città di Urbino che non avrebbero mai immaginato. Entrambi fanno nuove conoscenze e scoprono una realtà di vita ben lontana dalle loro abitudini. Ma Sara intende buttarsi a capofitto in questa storia per vederci e capirci meglio non solo in quello che è successo all'amica ma sopratutto in quello che succede a lei. Approfittando della nuova conoscenza, una persona che a Matteo non piace, scopre quella parte di sé che è rimasta sopita per troppo tempo.


"«Era un esempio tra tanti, ma ci fa capire una cosa: che ci sono regole e convenzioni che ogni giorno ci opprimono e condizionano la nostra vita, ci rendono dei repressi»"


Ne "la moglie del capitano" ritroviamo tutti i personaggi del primo capitolo, "la figlia del maresciallo". È stato bello incontrarli di nuovo e scoprire cose che fino ad allora ci sono state celate. In generale tutti i personaggi sono rimasti immutati tranne il capitano Sesti che, a mio avviso, in questo libro risulta più rigido. Anche se si dimostra essere un uomo innamorato della propria moglie alcuni suoi atteggiamenti nei confronti di Sara non mi sono piaciuti. Ma ciò non toglie il fatto che fossero in linea con il carattere del personaggio miticoloso, puntuale a tratti freddo e categorico.


"Sara sembrava non riconoscerlo. «Non capisco come fai a essere così cinico!» «Deformazione professionale!»"


Sara di contro è una donna molto cordiale, educata, genuina, gioiosa. A volte può risultare infantile o frivola ma è per questo che Matteo la ama, perché rende la sua vita spensierata e divertente. Però Sara subisce il fascino dell'ignoto, e la sua innocenza la porta a voler scoprire quella parte di sé che pensava di non possedere.

Sotto questo aspetto mi è piaciuto come è stato gestito il personaggio della moglie del capitano perché si percepisce quella sensazione di dubbio crescente. Del bilico che pone la persona di fronte a delle scelte e…bisogna saper scegliere.


"«Sei una pazza! E sai bene che ti ho scelto per questo!» «Altrimenti chi avrebbe potuto rallegrare la tua vita?» «Esattamente!»"


La storia si svolge quasi esclusivamente nella città di Urbino, a parte qualche sporadico episodio fuori città. Siamo ai giorni nostri e quindi non è difficile immergersi e immedesimarsi nelle vicende raccontate da Pasquale Rimoli. I personaggi possono essere tranquillamente nostri parenti, amici o semplici conoscenti,vicini di casa e questo rende ancora più viva la storia. Ma l'autore non manca di presentarci Urbino come il borgo medievale che è stato con le evocazioni storiche che piacciono tanto al capitano. Questi elementi, inseriti qua e là, nel testo donano più fascino a tutta la storia. Una cosa che mi è piaciuto ritrovare e che rende, sicuramente, omaggi ai suoi studi.


È stato molto piacevole e confortante ritrovare lo stile dell'autore immutato. La penna è sempre delicata, educata, garbata. Anche se c'è qualche accenno di parole più forti o offensive vi posso assicurare che dietro non c'è ne maleducazione ne tanto meno un tentativo di forzare, di calcare troppo la mano per rendere la prosa più grezza o cercare di ottenere un risultato grottesco. La lettura risulta molto scorrevole e le vicende che si susseguono sono ben definite e calcolate. Alla fine ogni pezzo del puzzle trova il giusto spazio.


In discussione vengono messe tante tesi e tanti argomenti. Passiamo dalle polemiche politiche sul abbuso di potere al dilemma sul sacro o profano. Sul cosa sia giusto o sbagliato. Tutti gli argomenti sui quali potremmo aprire un dibattito sono molto validi e presentati bene. L'autore non si schiera in nessuna direzione, rimane sempre imparziale. Questo aspetto lo apprezzo particolarmente perché non si impone con il proprio pensiero ma lascia che il singolo lettore trovi la propria direzione di pensiero.

Non posso paragonarlo ad altri libri del genere perché, sinceramente, non ne ho letti abbastanza da poter fare paragoni di qualsiesi tipo però, posso dire che è paragonabile al precedente capitolo anche se ho trovato qualche pecca in più.

Ad esempio ci sono troppe similitudini nelle descrizioni di alcune scene. E sono anche un po' titubante perché mi aspettavo di scoprire cosa fosse successo a Sara. Ne "la figlia del maresciallo" il capitano Matteo Sesti è vedovo e io speravo di capire cosa fosse accaduto realmente alla moglie in "la moglie del capitano" invece ci viene aperto un sipario su un aneddoto della sua vita, indubbiamente importante e credo collegato alla morte di Sara, ma non ci viene descritto nulla in particolare. Però d'altro canto alla fine dei ringraziamenti troviamo una frase:


"Alla prossima storia! Il capitano Sesti ne ha promessa un’altra…";


ciò mi fa ben sperare che presto scopriremo cosa è accaduto veramente e riusciremo ad avere le risposte a tutte le nostre domande.


Pasquale Rimoli è un autore che ha tanto da dire e raccontare. Sono più che convinta che saprà stupirci con altri titoli di grande interesse tra passioni e intrighi, dubbi e verità celate. In tanto, se ancora non lo avete fatto, vi consiglio di recuperare entrambi i capitoli del "I demoni di Urbino".


Voto 4,25/5


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