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Review "L'erede Ribelle" di Cristiano Pedrini 

Titolo: L'erede ribelle

Autore: Cristiano Pedrini

Genere: M/M

Edito: Queen Edizioni

Pagine: 220



Trama

Una favola di Natale dal dolce sapore delle cose preziose, delle seconde possibilità e dell’amore che aiuta a renderci chi siamo. Philip lavora nella biblioteca della piccola cittadina canadese di Whistler, dove il Natale è alle porte e la neve rende tutto più magico e speciale. Jacopo è un ragazzo ribelle che sfida le autorità e proprio per questo è costretto a svolgere un lavoro socialmente utile per via di un piccolo reato. Due ragazzi così diversi ma così simili, dopo una lunga diffidenza iniziale, inizieranno a riempire l’uno i vuoti interiori dell’altro, e se Phillip da una parte desidera redimere il giovane, Jacopo imparerà ad accettare come aprire il suo cuore all’amicizia e la sua mente alle sue stesse capacità.


Biografia Autore

Cristiano Pedrini bibliotecario dal 1998 nella provincia di Bergamo, giornalista pubblicista. Dopo numerose esperienze nel campo del volontariato sociale e culturale, è stato direttore artistico della Fiera del Libro dell’Isola Bergamasca dal 2006 al 2010 e del Cineteatro “Giuseppe Verdi” dal 2006 ad oggi. I primi ricordi sul “piacere dello scrivere” appartengono alla scuola elementare dove attendeva con impazienza l’ora del tema in classe! Dopo una lunga pausa nell'estate del 2014 ha riscoperto, intatta la passione dello scrivere ritrovando se stesso. Ha pubblicato Klein Blue (Aletheia Editore), Le regole di Hibiki (Fdbooks), L’ombra del principe (Triskell), Un posto sicuro (Queen Edizioni) e diversi altri titoli pubblicati in Self.


Recensione

"«Affatto. Con tutta probabilità mi troverò davanti un ragazzo impacciato che crede di appartenere a una razza eletta» [...] «Può essere… Oppure potrebbe essere l’opposto di come te lo immagini»"

"L'erede ribelle" di Cristiano Pedrini è un romanzo m/m. Ora so che vi state chiedendo cos'è un genere m/m perché anch'io mi sono posta questa domanda e prima di iniziare la lettura, come sempre, sono andata a documentarmi un po' sulle mie mancanze. Ho letto che un romanzo m/m fa parte della categoria LGBT. Infatti la sigla m/m sta per male/male (maschio/maschio) ciò significa che i libri di questa categoria devono avere due componenti fondamentali: 1. Due protagonisti di sesso maschile; 2. Ci dev'essere un sentimento tra di loro molto forte e profondo di amicizia e/o amore oppure di amicizia che sfocia in amore. Non per forza devono essere presenti scene di passione ma devesse palese il sentimento reciproco di affetto tra i due protagonisti.

"L'erede ribelle" rispetta pienamente i due aspetti base di questo genere e lo fa con molta delicatezza. Entra in contatto con il lettore in punta di piedi senza forzare mai la mano.

Allora, come abbiamo appena constatato, questo libro tratta un argomento che è ancora oggi, a tratti, spinoso. L'omosessualità è il filo rosso del romanzo di Pedrini anche se non è stato ricalcato o pressato troppo. L'autore non vuole convincere il suo lettore delle proprio idee sull'argomento ma semplicemente ci dimostra che non c'è nulla di sbagliato in un'amicizia tra due ragazzi. Si perché comunque sia nel testo non viene mai menzionato un rapporto tra i protagonisti.

"«Così hai avuto l’ennesima riprova del fatto che il tuo mondo, dove credi che una gentilezza sia sempre ricambiata, è una pura utopia»"

Di fatto abbiamo Philip, un giovane bibliotecario di venticinque anni che vive la sua vita molto tranquilla e scandita dalla sua quotidianità che prevede anche dei battibecchi con il suo superiore. Insomma una vita come quella di tutti e con un passato piuttosto triste. È un ragazzo molto tranquillo e amante della serenità. Ma è anche un ragazzo come pochi perché capace di provare un sentimento molto raro, la compassione.

"«Sì, il classico bravo ragazzo che crede che in ogni persona ci sia del buono e si danna l’anima per trovare il modo di farlo emergere a tutti i costi.»"

A Philip viene affidato il compito di tutor di Jacopo, questo ragazzo diciannovenne, erede di un albergo che si, appunto, ribella alla vita che è stata ingiusta verso di lui. Jacopo cresce con l'amore del nonno ma fa qualche piccolo passo falso e per questo deve svolgere dei lavori socialmente utili nella biblioteca. Tra Philip e Jacopo ci saranno alti e bassi ma un sentimento forte e reciproco porterà i due a trovare il giusto equilibrio per far nascere un'amicizia nuova e ricca di emozioni, sentimenti, insegnamento e crescita personale per entrambi.

I due protagonisti sono molto carini e dolci. Ognuno a modo suo cerca il proprio spazio, la propria dimensione. Sono ben caratterizzati, soprattutto Philip, ma non sono prepotenti e lasciano molto spazio di riflessione al lettore. Ma devo ammettere che mi sono piaciuti moltissimo anche i personaggi di secondo ruolo che entravano nella parte al momento giusto e con le giuste parole riuscivano a creare un perfetto equilibrio. Come ho apprezzato anche il rapporto tra il nonno e Jacopo. Una specie di angelo custode che sapeva sempre come aiutare senza invadere gli spazi. Un po' come tutti i nonni.

L'ambientazione è moderna e non si estende molto nei tempi, di fatto il testo è molto breve e ci sono pochi eventi che vengono narrati. Ma l'autore ci descrive un scenario da favola e sfido chiunque a non sentire quella magia che solo un luogo come una libreria e un camino possono regalare. Se poi il tutto sommerso dalla neve candida e soffice e accompagnato da una fetta di un buon dolce fatto in casa vi assicuro che sentirete persino il profumo di quella fetta di torta alle mandorle.

Credo che Cristiano Pedrini, con questa storia, vuole semplicemente farci vedere com'è semplice essere se stessi e che non bisogna per forza nascondere ciò che siamo per, non so… piacere agli altri? Se è così si rischia solo un effetto contrario. Pedrini ci illustra una possibilità di vita molto più semplice che non richiede alcun sforzo se non quello di sforzarci ad essere noi stessi sempre perché alla fine verremo ripagati da un'amicizia fatta di sentimenti veri. E ottiene tutto questo grazie ad uno stile molto semplice, curato, delicato. La lettura è scorrevole e regala un pomeriggio molto piacevole.

"«Sei stato tu a lasciarmi quel varco e io, essendo una persona che persiste a cercare il buono in chi ha di fronte, non ho potuto farmi sfuggire quest’occasione.»"

Per me "L'erede ribelle" è il primo libro che leggo dell'autore perciò non ho nulla a cui paragonarlo. Ciò che posso dirvi è che sì si tratta di una piacevolissima lettura ma non senza difetti. Ciò che mi destabilizza un po' è che nel titolo si fa riferimento al l'erede ribelle quindi a Jacopo e pensavo che sarebbe stato lui il protagonista ma in realtà, come si può già intuire nella trama, il protagonista è Philip. Anche se in fondo il vero e assoluto protagonista è il sentimento non capisco la scelta del titolo. Un'altro aspetto è la trama molto breve. Personalmente amo molto il susseguirsi di eventi e qui ne conto al massimo cinque. Capisco la scelta della storia breve ma sono più che convinta che l'autore avrebbe potuto aggiunge qualcosa in più. Sarebbe bastato sviluppare meglio la trama così che un lettore possa seguire i vari eventi che portano i due protagonisti ad incontrarsi e a creare un loro rapporto e avrei voluto anche vederlo crescere ed evolversi attraverso più episodi. Sotto questo punto di vista l'ho trovato un po' scarico.

Ma nulla toglie il fatto che si tratti di un libro che regala diversi spunti di riflessione e permette di vedere alcune cose da un'altra prospettiva. Credo che l'insegnamento principale di questa storia sia l'accettazione di noi stessi per quello che siamo e di altri per quello che sono.

Credo inoltre che sia un libro molto adatto ad una fascia di lettori giovani. Secondo me è ideale per ragazzi tra i 12 e 14 anni per lo stile e i temi che tratta. Questa fascia di età, concorderete con me, è molto critica anche con sé stessa e fa fatica ad accettarsi per questo ritengo la lettura di "L'erede ribelle" ideale per i ragazzi.


Voto: 3,5/5


Buona lettura

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